Al Maria Vittoria una simulazione della gestione del paziente colpito da ictus è rientrata tra le 17 concluse in meno di 25 minuti, su un totale di 97 effettuate nell’Europa Occidentale

Nella gestione del paziente colpito da ictus ischemico il fattore tempo è determinante. Il National Institute of Health (NIH) statunitense fissa in 60 minuti il termine massimo per l’inizio della terapia di prima istanza, la trombolisi sistemica. Il tempo decorre a partire dal momento dell’ingresso in ospedale del paziente.

Gli esperti mondiali del settore la chiamano la ‘golden hour’. Tale lasso temporale è garanzia di efficacia della terapia di rivascolarizzazione, nei pazienti adeguati, con farmaci per via endovenosa in grado di sciogliere il trombo.

Il Dipartimento di Emergenza e Accettazione (DEA) dell’ASL Città di Torino ha ottimizzato la tempistica di gestione del paziente colpito da ictus, portandola a soli 23 minuti. Un record per la Regione Piemonte.

Un risultato così performante – si legge in una nota – è frutto di un periodo di miglioramento del “percorso ictus”, ottenuto nell’ambito del Progetto Angels.

L’iniziativa, promossa da European Stroke Organization, Italian Stroke Organization e World Stroke Organization, ha visto l’adesione dell’Ospedale Maria Vittoria. L’obiettivo è il miglioramento e la standardizzazione del trattamento dell’ictus ischemico acuto e, quindi, la garanzia di un equo accesso ai trattamenti efficaci e tempestivi.

Il risultato raggiunto al Maria Vittoria è rientrato nelle 17 simulazioni concluse in meno di 25 minuti, su un totale di 97 effettuate nell’Europa Occidentale. Lo spiega il Dottor Daniele Imperiale, Direttore della SC Neurologia 1 dell’Ospedale.

“Questo risultato – sottolinea il medico – ci pone in linea con i gold standard dei Paesi più avanzati”. In tali Stati è già stato superato il concetto della “golden hour. Si è stabilito, inoltre, che le performances ottimali di gestione del paziente con ictus non possono prescindere da tempi tra l’ingresso in pronto soccorso e il trattamento compresi tra 20 e 45 minuti.

“Abbiamo riunito tutte le figure sanitarie che gravitano intorno al percorso ictus”.

A precisarlo è il Dottor Fabio Melis, Responsabile della SS Neurovascolare afferente alla Neurologia del Maria Vittoria. Melis evidenzia come siano state identificate collegialmente specifiche azioni migliorative, poi tradotte in pratica, relative a un Triage “mirato”. Un processo mirato a velocizzare la valutazione e presa in carico del paziente, il distacco immediato di personale dedicato per tutto il percorso, nonché la sollecita processazione degli esami e l’allerta in radiologia per TC e Angio-TC immediate.

“Il percorso intra-ospedaliero ottenuto – conclude – è risultato più chiaro e fluido e ci ha portati a raddoppiare il numero di trombolisi, che sono passate da 2 a 4-5 al mese, e a ridurre notevolmente le tempistiche, garantendo ai nostri pazienti migliori possibilità di trattamento”.

 

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