La campagna di Legambiente evidenzia il ritardo del nostro Paese sul fronte delle depurazioni

Bene Sardegna, Puglia e alto Adriatico; ma per le altre regioni costiere italiane i risultati conclusivi di Goletta verde 2016, la tradizionale campagna estiva di Legambiente, fotografano una situazione caratterizzata da alte percentuali di inquinamento.

Dei 265 punti monitorati – uno ogni 28 chilometri di costa – il 52% è risultato inquinato o fortemente inquinato. Si tratta di un punto inquinato ogni 54 chilometri di costa. L’88% di queste aree a criticità più elevata si trova in corrispondenza di foci di fiumi, fossi, canali o scarichi presenti lungo la costa. Tali punti costituiscono i principali veicoli dell’inquinamento da batteri fecali in mare, dove sussiste il maggior rischio di contaminazione. Più della metà di questi siti si trova nelle vicinanze di spiagge e stabilimenti frequentati da bagnanti.

I parametri indagati sono microbiologici; ad esempio enterococchi intestinali o escherichia coli. Vengono considerati come ‘inquinati’ i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto del ministero della Salute del 30 marzo 2010) e ‘fortemente inquinati’ quelli che superano di più del doppio tali valori.

Le situazioni più critiche si trovano nelle Marche e in Abruzzo, regioni penalizzate anche dall’elevato numero di corsi d’acqua, canali e fossi che sfociano in mare, e in Calabria. Un’area su cinque, tra quelle monitorate, soffre di ‘inquinamento cronico’, in quanto dal 2010 ad oggi è risultato fuori i limiti di legge per almeno 5 volte. Tutte le regioni costiere hanno almeno un punto ‘malato cronico’, ma in alcune la situazione vede cinque punti campionati che risultano inquinati ormai da anni (Marche, Liguria, Lazio, Campania e Calabria).

Di tutti i luoghi esaminati, inoltre, solo nel 14% dei casi non è stata rinvenuta spazzatura, che molto spesso, invece, si accumula in vere e proprie discariche in mezzo alla sabbia. Il materiale che si rinviene è in prevalenza plastica ma non mancano i rifiuti che derivano dall’inefficiente depurazione; le foci dei corsi d’acqua e i canali portano con sé non solo batteri ma anche rifiuti solidi buttati nel wc e che per mancata depurazione o scarichi illegali arrivano sulle spiagge. Nel 18% dei casi sono stati ritrovati materiali quali cotton fioc, assorbenti, blister, deodoranti da wc. Nel 83% di questi luoghi sono state riscontrate cariche batteriche oltre la norma, derivanti dalla stessa cattiva depurazione.

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