La misura recepisce le linee di indirizzo del Piano Nazionale di Governo delle liste di attesa introducendo misure anche più stringenti

La Giunta regionale della Toscana ha varato il Piano regionale di governo delle liste di attesa 2019-2021. La misura recepisce in gran parte le linee di indirizzo del Piano Nazionale Governo Liste di Attesa (PNGLA) siglato con l’intesa Stato-Regioni del 21 febbraio 2019. Ma il Piano della Toscana introduce misure anche più stringenti di quelle previste dal Piano nazionale. Peraltro- si legge in una nota dell’Ente – gran parte di queste misure erano già contenute nelle delibere approvate dalla giunta nei mesi passati. Le aziende avranno 60 giorni di tempo dall’approvazione della delibera per mettere in pratica le regole fissate dalla Regione.
Tra i punti salienti del Piano regionale, rientrano il bilanciamento della domanda e dell’offerta, mediante la riorganizzazione dell’offerta e dell’accessibilità alle prestazioni specialistiche ambulatoriali, con la definizione di elenco e volumi di prestazioni ambulatoriali, in risposta ai fabbisogni previsti.
E ancora la separazione delle prime visite dalle successive visite di controllo o follow up. Nella prima visita viene predisposta l’appropriata documentazione clinica e impostato un eventuale piano diagnostico-terapeutico. Nelle visite di controllo, il problema è già stato inquadrato dal punto di vista diagnostico e terapeutico e viene rivalutato dal punto di vista clinico e aggiornata la documentazione esistente.
In particolare, la risposta a tutto ciò che viene generato nel primo contatto, per quanto riguarda il primo accesso, deve essere garantita entro 72 ore se urgente, 10 giorni se l’urgenza è definita Breve, e negli altri casi entro 15/30 giorni per le visite specialistiche ed entro 30/60 giorni per le prestazioni diagnostiche. Le prestazioni di accesso successivo devono essere gestite con una corretta pianificazione della presa in carico e del follow up; in particolare dovrà essere garantita la presa in carico da parte dello specialista per il controllo dei propri pazienti, riducendo il fenomeno della frammentazione dei percorsi di presa in cura.
Il Piano prevede poi il rispetto dei codici di priorità,  l’attivazione di “percorsi di tutela” laddove la prestazione non sia disponibile nei tempi massimi previsti e la pubblicazione dei tempi di attesa sul sito regionale.
Infine, per quanto riguarda la Gestione della libera professione, nel caso in cui questa superi di gran lunga quella istituzionale, o ci sia uno sforamento dei tempi di attesa massimi in regime istituzionale, il Piano prevede di contenere le prestazioni in intramoenia, fino al loro blocco totale.
 
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