L’ultimo Rapporto di coordinamento della Finanza Pubblica evidenzia un surplus di grandi attrezzature sanitarie nel nostro Paese, ma circa un terzo ha più di 10 anni

Angiografi, mammografi, Acceleratori lineari, Tomografi a risonanza magnetica. Secondo i dati del Ministero della Salute, nel 2017, le grandi attrezzature sanitarie appartenenti a strutture pubbliche e private, in Italia, ammontano a 5940 unità. Di queste, tuttavia, il 30 per cento avrebbero un’età superiore ai 10 anni. Pertanto, guardando ai tempi medi di obsolescenza, vi sarebbe una necessità di sostituzione.

E’ quanto emerge dall’ultimo Rapporto di coordinamento della Finanza Pubblica della Corte dei Conti che evidenzia, per tale settore, una significativa carenza di investimenti. Una tendenza negativa – scrive l’organismo contabile – che non sembra essersi riflessa nelle dotazioni di attrezzature sanitarie”.

Il numero, infatti è particolarmente elevato. Le dotazioni tecnologiche, in termini di apparecchiature per risonanze e Tac, sono pari o superiori alle principali economie europee. Il valore ammonta rispettivamente a 35,1 e 25,2 di apparecchiature per milione di abitanti contro il 21,4 e il 15,4 della media europea. C’è, inoltre, una elevata disponibilità di tecnologie per radioterapia, circa 7 per milione di abitanti contro le 5 di Germania e Spagna.

Tuttavia, non va trascurato che l’invecchiamento oltre il limite previsto per l’adeguatezza tecnologica delle strutture incide, inevitabilmente, sui tempi di indisponibilità delle apparecchiature. Ciò a causa dell’aumento dell’incidenza dei guasti, nonché dei conseguenti incrementi dei costi di esercizio per manutenzione e energia.

L’esame delle dotazioni per aree territoriali rileva poi squilibri significativi, anche se minori delle attese.

Nelle regioni in Piano di rientro le strutture, ad eccezione delle Camere Gamma, sono inferiori alla media nazionale in pressoché tutte le tipologie.

Molto ampio il divario tra regioni nei sistemi Tac, in quelli Tac/Pet, nelle Risonanze magnetiche e nei sistemi robotizzati per chirurgia endoscopica. In questo caso, le regioni a statuto ordinario del Nord e del Centro presentano dotazioni superiori alla media, in alcuni casi in misura rilevante. Gli in alcuni casi si accentuano per quanto riguarda le strutture pubbliche. Una dotazione insufficiente che rappresenta un problema nel garantire un adeguato accesso al servizio.

 

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