La denuncia dei medici della Terra dei Fuochi sull’altissima incidenza di tumori alimenta le polemiche

I medici campani ritornano a lanciare l’allarme sulla diffusione di diversi tipi di cancro nella Terra dei fuochi. A preoccupare, infatti, sono i dati elaborati dal Registro tumori della Asl Napoli 2 Nord che riconfermano la gravità di una situazione sempre più difficile da arginare. E che testimoniano “un eccesso di incidenza e di mortalità per cancro in entrambi i sessi, rispetto al Sud e alla media nazionale”.
I dati raccolti testimoniano che nel triennio 2010-2012 c’è stato un incremento di forme tumorali per quel che concertne le sedi testa-collo, stomaco, fegato, polmone, vescica, ed encefalo. Un elemento che, secondo i medici, “necessita di attenzione da parte delle Istituzioni preposte affinché siano potenziati e migliorati gli strumenti di prevenzione rivolti sia alla tutela della persona che a quella dell’ambiente di vita”.
Ma non sono mancate le polemiche, soprattutto da parte delle istituzioni. Mentre, infatti, secondo il governatore della Campania Vincenzo De Luca i numeri riportati dal Registro tumori regionale sarebbero “in linea con quelli nazionali”, i risultati dello studio “Epikit”, pubblicato sull”International Journal of Environmental Research and Public Health’ da un gruppo di scienziati coordinato da Annamaria Colao dell’università Federico II di Napoli, dicono tutt’altro.  Il lavoro del team di scienziati, infatti, è stato condotto analizzando le schede di dimissione ospedaliera Sdo, quindi i ricoveri per nuove diagnosi di cancro. E la discrepanza tra questi numeri e quelli della regione è consistente.
Dal confronto, le cifre dei tumori tra bambini e adolescenti sembravano non tornare, con un ‘gap’ di oltre 2 mila unità. In seguito è arrivata la precisazione di alcuni degli autori della ricerca, attraverso una nota di Prisco Piscitelli, ricercatore e medico dell’Istituto scientifico biomedico euro mediterraneo (Isbem) e primo firmatario dello studio scientifico. Piscitelli ha infatti dichiarato che “la comunicazione relativa alle province della Regione Campania, diffusa a mezzo stampa nei giorni scorsi, va riferita al numero di ospedalizzazioni per patologia oncologica in età pediatrica e nei giovani adulti, non già al numero di casi incidenti”. Se si volesse parlare di casi incidenti, bisognerebbe “tener conto dell’effetto di sovrastima insita nei database Sdo ministeriali”.
Una dichiarazione che ha inteso precisare che lo studio in questione si riferiva ai ricoveri, un dato diverso dai “casi incidenti” confermati dai Registri tumori.
Eppure, molti medici di base che operano nel difficile territorio della Terra dei Fuochi denunciano una situazione di una gravità preoccupante. Tra questi, Luigi Costanzo, che ha dichiarato all’Adnkronos che “allergie, tireopatie, autismo, infertilità, malformazioni e tumori si evidenziano in maniera allarmante sul campo, negli studi delle uniche e vere antenne epidemiologiche del territorio: i medici e i pediatri di famiglia che potrebbero offrire a costo zero e in tempi rapidissimi la fotografia reale del territorio”.
Secondo Costanzo, infatti, “mentre si studiano i numeri (e non le persone), la gente continua ad ammalarsi”. E i cittadini del territorio sembrano aver perso fiducia non solo nelle istituzioni, ma anche in quella che Costanzo definisce “la scienza di Stato: lenta, contraddittoria, omertosa che dà risposte ambigue, lontane dai problemi della gente”.

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