Quando proviamo il dolore nel nostro cervello si accende una spia rossa di allarme che deve far salire il livello di attenzione

Il dolore è il sintomo più comune, presente ed invalidante che si accompagna a qualsiasi malattia. Per questo te ne parlo. A pensarci bene il dolore accompagna la nostra vita sin da bambini quando avvertendo i primi crampetti alla pancia per via della fame, iniziamo a piangere comunicando alla nostra mamma che è ora della poppata. Il dolore fa parte della nostra vita, ci ricorda che siamo vivi. Quindi penso che valga la pena parlarne.

Quando proviamo il dolore nel nostro cervello si accende una spia rossa di allarme! Il nostro organismo attua tutta una serie di meccanismi che cercano di ridurlo se possibile. Nella colica renale ad esempio ci si inclina dal lato dolente come se il corpo volesse ridurre l’algia avvolgendo il rene, quando a far male è la schiena ci ingobbiamo in avanti (colpo della strega) per distendere la muscolatura, nell’infarto l’irradiazione del dolore sappiamo tutti che colpisce il petto scendendo al braccio sinistro e sovente ci si accascia portando la mano destra al petto come si volesse proteggere il cuore.

Ogni volta che percepiamo il dolore il nostro corpo si comporta di conseguenza realizzando un modo differente di posizionamento ai differenti dolori percepiti. Il dolore è una parola, ma le percezioni che ne abbiamo in stato di malattia sono molteplici. Lo stesso mal di schiena io lo “soffro” in un modo e tu in un altro e… così per tutto il resto.

Definire e comprendere il dolore quindi è davvero molto difficile sia per chi cura che per chi deve essere curato. Esistono dei sistemi per valutarlo ma comprenderlo è tutt’altra cosa.

Oggi però sposto la mia attenzione sul dolore cronico, quel sintomo che non ci abbandona mai. Non parlo del sentire spesso dolore ma del sentirlo continuamente senza interruzioni. Un dolore cioè che ci logora e ci annienta lentamente. Sono molte le malattie più o meno gravi che generano questo stato. E per questo motivo oggi ti parlo dei sistemi che la scienza ci mette a disposizione.

Esistono ormai molti centri per il trattamento del dolore cronico che vengono chiamati “centri di terapia del dolore”. In questi ambulatori (sia pubblici che privati) si può trovare un rimedio al proprio dolore cronico. Anestesisti, infermieri e spesso fisioterapisti si occupano di trattare il dolore come fosse una vera e propria malattia e non un sintomo.

La terapia del dolore è spesso utilizzata soprattutto durante le ultime fasi di una malattia terminale ma, in realtà, la maggior parte dei pazienti a cui questa disciplina può essere utile sono tutte quelle persone colpite ad esempio da mal di schiena, cefalee, esiti di traumi o di interventi chirurgici, malattie neurologiche. Ed in un minor numero di casi da tumori, anche se oggi in Italia siamo convinti che serva in aiuto solo per chi si appresta a morie.

Il trattamento del dolore è ad oggi di tipo farmacologico anche se nuove avanguardie di pensiero si stanno sviluppando in ausilio ai medicinali, questo il caso dell’ipnosi, del mental coaching e delle ormai già molto usate terapie psicologiche.

Dr Paolo Scannavini

pscannavini@gmail.com

Fisioterapista e Kinesiologo

Responsabile Fisioterapia Fisiopalestra MeRiBen

Mysa trainer

PNL Pratictioner

Consulente Wellness per Aziende

 

 

 

 

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