Secondo una ricerca del Kaiser Permanente Northern California sull’ impotenza e le disfunzioni erettili, questa sarebbe scritta nei nostri geni.

L’ impotenza sarebbe “scritta” nei nostri geni. A dirlo è uno studio del Kaiser Permanente Northern California pubblicato sulla rivista ‘Proceedings of the National Academy of Sciences‘.

La ricerca avrebbe individuato un’area del genoma associata a un aumento del rischio di disfunzione erettile.

Una scoperta importantissima che aprirebbe a nuove strade per il trattamento e la cura dell’impotenza.

La disfunzione erettile, ossia l’incapacità di ottenere e mantenere un’erezione sufficiente finalizzata all’attività sessuale, è una condizione comune a moltissimi uomini nel mondo.

E si tratta anche di un disturbo “costoso” in termini economici e psicologici.

L’ impotenza colpisce principalmente gli uomini di età prevalentemente media o anziana. La malattia è legata a molte cause.

Su di essa, incidono fattori neurologici, ormonali e vascolari e le terapie esistenti si basano su questi fattori.

Tuttavia, per molti uomini queste sono poco efficaci.

E se da un lato già si ipotizzava che la genetica potesse influire sull’esito positivo o negativo delle cure, ora con questo studio la certezza che la causa dell’impotenza sia contenuta nei geni è maggiore.

Il nuovo studio ha scoperto che variazioni in un punto specifico del genoma – chiamato locus genetico – vicino al gene Sim1 sono associate a un aumentato rischio di disfunzione erettile.

Secondo l’autore principale dello studio, Eric Jorgenson, questa sarebbe “la prova a lungo ricercata che esiste una componente genetica della malattia. Si tratta di una scoperta entusiasmante perché apre la porta a indagini su nuove terapie genetiche”.

Lo studio

La ricerca è stata condotta con uno studio di associazione genome-wide in due coorti eterogenee. La prima comprendeva 36.648 uomini coinvolti nel programma di ricerca Kaiser Permanente su geni, ambiente e salute.

Questi dati sono stati poi verificati in una coorte di 222.358 uomini della Biobanca britannica. Ebbene, si è notato che le variazioni nel locus Sim1 erano associate a un aumento del rischio del 26% di disfunzione erettile. Inoltre, l’associazione è stata rilevata anche nel campione U.K. Biobank, fornendo una forte conferma dei risultati.

Il gene Sim1 – affermano gli esperti – è noto per essere parte di una via di segnalazione che svolge un ruolo centrale nella regolazione del peso corporeo e della funzione sessuale.

 

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