I professionisti si schierano contro il provvedimento del Ministero dell’Economia e delle Finanze che prevede l’affidamento di incarichi di consulenza biennale gratuiti su tematiche attinenti il diritto

“Incomprensibile”. Così diversi ordini professionali ha bollato il bando pubblico promosso dal Dipartimento del Tesoro, Direzione IV del Ministero dell’Economia e delle Finanze per l’affidamento di incarichi di consulenza biennali ‘a titolo gratuito’ su “tematiche complesse attinenti al diritto – nazionale ed europeo – societario, bancario e/o dei mercati e intermediari finanziari, in vista anche dell’adozione e/o integrazione di normative primarie e secondarie ai fini, tra l’altro, dell’adeguamento dell’ordinamento interno alla direttive/regolamenti comunitari”.
Una decisione che, secondo il Cup (Comitato unitario delle professioni) e Rtp (Rete delle professioni tecniche) sarebbe in netta contraddizione con la previsione di equo compenso contenuta nella legge di bilancio 2018. Nel mirino dei professionisti anche una recente sentenza del Consiglio di Stato che continuerebbe a sostenere la legittimità della gratuità della prestazione.

“Così si calpesta solamente quella dignità dei professionisti che, invece, la Costituzione italiana in linea di principio ha inteso proteggere con l’articolo 36”, si legge in una nota

Sulla stessa linea anche gli Ordini di avvocati, commercialisti e notai. I tre presidenti delle relative organizzazioni, Andrea Mascherin, Massimo Miani e Salvatore Lombardo, per stigmatizzare i contenuti del bando, hanno inviato una lettera al Ministro dell’Economia Giovanni Tria.
Per i vertici degli Ordini professionali ciò “viola palesemente la norma sull’equo compenso”. Principio che fissa il “preciso obbligo” ad una serie di “contraenti forti” (tra cui le Pubbliche amministrazioni) di “garantire al professionista incaricato un compenso commisurato alla quantità e alla qualità del lavoro richiesto ed effettivamente svolto”.
Pertanto, si chiede al titolare di via XX settembre di “intervenire presso la direzione interessata, affinché ritiri subitaneamente il bando e di dare idonee istruzioni a tutte le articolazioni del suo Ministero, perché simili episodi non abbiano a ripetersi”.
 
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