La donna è tornata in ospedale dopo poche ore e i medici, a quel punto, hanno deciso di sottoporla a cesareo d’urgenza, ma per il feto non c’è stato nulla da fare. La Procura ha aperto un fascicolo. Lorenzin invia una task force

Si è presentata in Pronto soccorso a Melegnano, nel milanese, il pomeriggio del 2 gennaio lamentando forti dolori addominali ma, una volta visitata, è stata dimessa con la rassicurazione che la sua gravidanza, il cui termine era previsto per il 18 gennaio, procedeva senza problemi.
Una volta tornata a casa, tuttavia, la donna, una giovane di 32 anni, si è accorta di avere perdite di sangue ed è immediatamente tornata in ospedale, accompagnata dal proprio compagno. Dopo una serie di controlli i medici hanno deciso di anticipare il parto sottoponendola a un cesareo d’urgenza. Per il bimbo, tuttavia, non c’è stato nulla da fare. Il feto, secondo le prime ipotesi, sarebbe rimasto soffocato dal cordone ombelicale, anche se a chiarire le cause del decesso sarà l’esame autoptico disposto dalla magistratura.
La donna e il compagno hanno immediatamente sporto denuncia per l’accaduto; la procura di Lodi ha aperto un fascicolo per fare chiarezza sulle cause della tragedia e per accertare eventuali responsabilità da parte del personal medico che ha avuto in carico la paziente, in particolare in occasione dei primi accertamenti in Pronto soccorso.
Intanto la direzione dell’Ospedale, nell’esprimere vicinanza al dolore della famiglia e rammarico per l’esito imprevisto del parto, fa sapere che, sebbene le valutazioni ufficiali sull’accaduto siano ancora in corso,  le prime evidenze fanno emergere tempestività di azione e osservanza delle procedure da parte dei sanitari coinvolti nell’accaduto.
Secondo quanto ricostruito dalla struttura sanitaria la signora sarebbe stata accolta in pronto soccorso in due circostanze e nella prima, alle ore 18.30 circa, è stata dimessa poiché “non emergevano indicazioni per proseguire l’osservazione in ospedale”. La donna poi si è ripresentata in pronto soccorso dopo due ore circa essendo nel frattempo sopravvenute contrazioni uterine. “A seguito del secondo accesso – si legge in una nota –  è stato deciso di ricoverare la gestante per iniziale travaglio. Il travaglio prima e la procedura di urgenza per il parto cesareo dopo, resosi necessario per il manifestarsi di criticità cliniche al feto, risultano effettuate con tempestività dagli operatori sanitari”.
Nella serata di ieri anche il Ministero della salute ha deciso di intervenire comunicando l’invio a Melegnano dei propri ispettori. “A seguito di quanto riportato dagli organi di stampa in merito al decesso di un nascituro avvenuto presso l’Ospedale Vizzolo Predabissi di Melegnano – fanno sapere dal dicastero di Lungotevere Ripa –  il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin ha disposto l’invio sul  luogo dell’evento della task force,  ai sensi dell’art. 4 del Regolamento di funzionamento dell’Unità di crisi di cui al D.M. 27 marzo 2015″.
 
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