Delusione da parte dei sindacati per il sostanziale nulla di fatto che ha caratterizzato l’incontro in ARAN che avrebbe dovuto riaprire la trattativa per il rinnovo del CCNL 2016-2018

Nessun esito dall’incontro in ARAN svoltosi ieri che avrebbe dovuto riaprire la trattativa per il rinnovo del CCNL 2016-2018. “Ancora nessuna risposta, nessuna rassicurazione, in compenso tanti punti interrogativi” si legge in una nota dell’AAROI EMAC. “La controparte, in sostanza – evidenzia l’associazione degli anestesisti rianimatori – si è presentata senza alcuna proposta rispetto alle ormai note richieste dei Sindacati della Dirigenza Medica, Veterinaria e Sanitaria. In particolare, nessuna certezza è stata data sull’entità dell’incremento salariale e sulla data di partenza dello stesso che per i Sindacati dovrebbe essere il primo gennaio 2018, né tanto meno si intravedono spiragli per la RIA.
“Le nostre perplessità della vigilia sono state purtroppo confermate – afferma il presidente Alessandro Vergallo –. Ci troviamo in una situazione di stallo non molto migliorata rispetto a quella dello scorso anno, con l’aggravante che – a dire della controparte – non sarebbe possibile un rinnovo contrattuale limitato principalmente alla parte economica, come auspicato dall’AAROI-EMAC. A questa punto la strada si presenta ancora più in salita, con il forte rischio di dover riprendere la protesta. Al momento è stato fissato, in attesa della convocazione ufficiale, un prossimo appuntamento per il 21 Marzo. Abbiamo chiesto che in quella occasione venga indicata l’entità precisa delle risorse economiche per il triennio, pregiudiziale per proseguire la discussione sulla parte normativa. L’ARAN si è impegnata in tal senso. Crediamo che, quindi, il prossimo giovedì sia una giornata cardine”.

Sconcerto e perplessità sono stati espressi anche dal Fassid.

“Ancora nessuna proposta – sottolinea il Coordinatore Corrado Bibbolino – solo una nuova convocazione per il 21 marzo.  Abbiamo chiesto come gli altri certezza sulla parte economica, trattativa serrata sulla normativa e soprattutto reale difesa del SSN. L’impressione è che ci sia chi a parole esalta il SSN e nei fatti lo smantella. Senza distinzioni politiche”.
Delusione anche da parte del Sindacato Medici Italiani. “Siamo rimasti di stucco” afferma il Vice Segretario Generale Fabiola Fini. “Basta con i rinvii. Vorremmo sapere con certezza quali siano le risorse che il Governo destina per dirigenti sanitari”.
“Ormai – prosegue la rappresentante dello SMI – permane da più di 9 anni il blocco dei contratti e non ha più senso parlare di norme contrattuali senza conoscere la reale entità delle risorse economiche disponibili che puntano ad una rivalutazione dell’indennità di esclusività di rapporto e inserimento della stessa tra le voci dello stipendio tabellare e alla restituzione della RIA (retribuzione individuale di anzianità) ai fondi contrattuali”.
 
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