Presentata la prima Relazione sugli indicatori di benessere equo e sostenibile. Diminuisce nel 2017 la disuguaglianza dei redditi

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, ha trasmesso al Parlamento la prima Relazione sugli indicatori di benessere equo e sostenibile. Il documento riporta l’andamento dei primi quattro indicatori introdotti in via sperimentale: reddito disponibile pro capite; disuguaglianza dei redditi (rapporto tra il reddito del quintile più agiato della popolazione e di quello più povero); tasso di mancata partecipazione al lavoro (un indicatore di esclusione economico-sociale più ampio del tasso di disoccupazione); emissioni di CO2 e altri gas clima alteranti nell’atmosfera.

“Per tali indicatori – afferma il Mef  –  le previsioni a legislazione vigente (post Legge di Bilancio 2018) contenute nella Relazione restituiscono un quadro incoraggiante. Infatti, grazie non solo alla ripresa economica, ma anche a misure specifiche introdotte negli ultimi anni, i dati indicano una dinamica positiva per il reddito disponibile aggiustato (Rda) pro capite”.

Con quest’ultimo termine di intende il reddito di cui può effettivamente disporre una famiglia, al netto di tasse e contributi sociali e comprensivo dei servizi.

In particolare, per il triennio 2018-2020 si prevede un aumento dell’Rda pro capite del 5,5 per cento.

In secondo luogo, la disuguaglianza dei redditi nel 2017 è stimata in riduzione di un punto decimale scendendo a 6,2. Nel 2018 l’indicatore mostra un ulteriore miglioramento rispetto al 2017, riducendosi a 6,1 per poi attestarsi al 6,0 nel biennio successivo 2019-2020. Si inverte dunque la tendenza all’accentuazione delle disuguaglianze, che è il grave lascito della crisi globale del 2008.

La  Relazione evidenzia anche “come la situazione occupazionale sia prevista evolvere ulteriormente in positivo nel prossimo triennio, attenuando la carenza di opportunità di lavoro e l’esclusione sociale. Si stima che l’indicatore prescelto per tale dominio, il tasso di mancata partecipazione al mercato del lavoro, diminuisca al 20,7 per cento nel 2017 e scenda al 18,6 per cento nel 2020.

Infine, per quanto riguarda il contrasto ai cambiamenti climatici, la stima per il 2017 delle emissioni è pari a 7,5 tonnellate di CO2 pro capite. Si prevede inoltre una sostanziale stabilità di tale indicatore anche nei tre anni successivi, pur in presenza di una continuazione della ripresa economica in atto.

Questa prima Relazione sugli indicatori di benessere, secondo il Mef, traccia dunque “un’evoluzione positiva, pur nel contesto di una situazione in cui permangono sfide ambientali ed economiche”.

 

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