L’uomo aveva subito un intervento al ginocchio, ma una setticemia determinata da un’ infezione periprotesica lo aveva condotto negli anni alla cecità

Sarebbe stata un’ infezione periprotesica nosocomiale la causa di una setticemia che ha condotto un pensionato ligure alla perdita della vista. L’uomo si era sottoposto nel 2006 a un intervento di protesi al ginocchio presso una clinica in provincia di Lucca.

Per un anno non ebbe postumi pesanti, fino alla comparsa dei primi sintomi dell’infezione: “ingravescenti e non rimediabili difficoltà di deambulazione, astenia, iperpiressia, calo ponderale”.

Due anni dopo il pensionato si sottopose a un nuovo intervento chirurgico per sostituire la protesi infetta e posizionarne una temporanea, poi rimossa l’anno successivo. Con il tempo, tuttavia, la setticemia continuò ad aggravarsi, fino a condurlo alla sostanziale cecità. Il tutto nonostante un susseguirsi di cure e di ricoveri.

L’uomo morì a marzo del 2013, dopo anni di calvario, ma per cause naturali indipendenti dalle patologie legate all’intervento.

Nelle scorse ore il Tribunale di Lucca ha condannato la clinica toscana, portata in Giudizio dagli eredi del pensionato.

La vicenda processuale era iniziata nel 2012.

L’uomo aveva depositato un ricorso per accertamento tecnico preventivo che aveva fatto emergere la piena responsabilità della struttura sanitaria. La Clinica tuttavia non aveva riconosciuto i risultati della consulenza e gli eredi, in seguito al decesso del loro caro, si erano rivolti ai Giudici.

Il CTU incaricato dal Tribunale, secondo quanto riferisce La Nazione, ha quantificato il danno biologico permanente corrispondente al ‘maggior danno’ a carico dell’arto inferiore, causato dal peggior risultato funzionale della protesi e dalla setticemia mai risolta. Il consulente, inoltre, ha valutato la cecità in occhio destro causata dall’uveite settica.

Sulla base di tale perizia il Tribunale ha quindi riconosciuto agli eredi un risarcimento pari a circa 360mila euro.

 

 

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