Superato il valore minimo di 2,74 casi di influenza stagionale per mille abitanti. Molti anziani rimasti esclusi dalla campagna vaccinale

E’ iniziata la fase epidemica dell’influenza stagionale. L’incidenza in Italia è infatti pari a 2,78 casi per ogni mille assistiti. Superato, quindi, il valore di 2,74 casi per mille assistiti che è il minimo indicato per l’inizio ‘ufficiale’ dell’epidemia. Lo rileva l’ultimo bollettino Influnet dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), che si riferisce al periodo fino al 9 dicembre,

La fascia di età maggiormente colpita è quella dei bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un’incidenza pari a 6,88 casi per mille assistiti. “Il numero di casi stimati in questa settimana è pari a circa 168.000 – scrivono gli esperti dell’Iss – per un totale, dall’inizio della sorveglianza, di circa 814.000 casi. Lombardia, P.A. di Trento, Abruzzo e Molise le Regioni con più alta incidenza”.

Al momento l’andamento della curva epidemica è paragonabile a quello della scorsa stagione influenzale, quando il picco si registrò nelle prime settimane di gennaio.

A fronte di tali dati le scorte di vaccini antinfluenzali nel nostro Paese sono quasi esaurite, con almeno due aziende produttrici su tre che hanno terminato le scorte. Molti anziani sono rimasti fuori dalla campagna vaccinale contro l ‘influenza stagionale. A lanciare l’allarme è Carlo Signorelli, past president della società Italiana di Igiene e Medicina Preventiva (Siti).

“Il problema nasce dal fatto che le Asl hanno fatto ordini ‘prudenti’, basati sui dati dello scorso anno, per non avere poi delle giacenze di vaccini inutilizzati. A questo – spiega Signorelli – si aggiunge il fatto che le aziende non sono ‘elastiche’ nello spostamento delle scorte tra un paese e un altro e, probabilmente, anche una maggiore richiesta da parte della popolazione. Già due delle tre aziende produttrici hanno esaurito le scorte, e ovviamente non possono essere rimpinguate visto che la stagione vaccinale si esaurisce questo mese”.

In questi giorni diverse regioni, dalla Campania alla Sardegna alla Toscana hanno segnalato gravi carenze. “E’ difficile stimare quante persone siano rimaste fuori dalle vaccinazioni per le carenze – spiega l’esperto -. Per quanto riguarda gli anziani, la categoria prioritaria, potrebbe essere un 5% della platea. Resta però un bruttissimo segnale il fatto che non si riesca a offrire una protezione a persone che la vogliono, che non si deve ripetere. C’è bisogno di una migliore programmazione l’anno prossimo, visto che questa stagione ormai è compromessa, i giochi sono fatti”.

 

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