Lo prevede un emendamento alla Legge di Bilancio presentato al Senato. FNOMCeO: misura inefficace oltre che ingiusta per i 2150 medici che lavorano per l’ Inps da decenni

Apertura di una procedura concorsuale per 708 medici Inps deputati a svolgere tutte le funzioni medico legali istituzionali, compresa la medicina fiscale. Il tutto anche mediante lo storno di risorse dal fondo per il controllo dei lavoratori in malattia. E’ quanto prevede un nuovo emendamento alla Legge di Bilancio, presentato in Commissione Bilancio al Senato, a prima firma della parlamentare Nunzia Catalfo,

L’ipotesi non manca di suscitare malumori in ambito sindacale. “L’approvazione di questo emendamento – spiega il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli – comporterebbe il fallimento della riforma del Polo Unico della Medicina fiscale”. Ne comprometterebbe, infatti,  uno dei cardini, ovvero la certezza delle visite di controllo.

Il concorso riserverebbe solamente 354 posti ai 2150 medici che, a vario titolo, lavorano per l’Ente da decenni, occupandosi delle funzioni di medicina fiscale, previdenziale e assistenziale.

Per Anelli si tratterebbe, quindi, di una procedura profondamente ingiusta, oltre che del tutto inefficace. Infatti, non ci sarebbe più posto per  la maggior parte dei 1250 medici fiscali e dei 900 medici convenzionati esterni.

“Chiediamo dunque con forza che l’emendamento sia ritirato o respinto – conclude  il vertice della Federazione – . E rinnoviamo, nel contempo, la richiesta, già avanzata ai ministri competenti, di stipulare in tempi brevi l’Accordo Collettivo nazionale per disciplinare il rapporto di lavoro tra l’INPS e i medici fiscali, e di stabilizzare i medici convenzionati esterni che collaborano con l’Istituto, garantendo loro un rapporto di lavoro con tutele pari a quelle presenti in tutte le convenzioni del SSN”.

Alcune settimane fa la Commissione Bilancio della Camera aveva già bocciato, per mancata copertura finanziaria, l’apertura di una procedura concorsuale per 881 medici Inps. I Sindacati di settore, già allora,  avevano evidenziato come l’approvazione della norma sarebbe stata una “tragedia perfetta”. La consistenza numerica di medici prevista, infatti, non avrebbe assolutamente colmato le severe carenze di personale medico INPS sancendo, invece, il fallimento della riforma del polo unico della medicina fiscale”.

 

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