Secondo la Relazione 2016 dell’Agenzia Europea per l’Ambiente solo in Italia si stimano 91mila decessi

Nel 2014 circa l’85% della popolazione urbana nell’Unione Europea è stata esposta a particolato fine (PM2.5) in misura ritenuta dannosa per la salute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La panoramica aggiornata sulla qualità dell’aria in Europa è contenuta nella Relazione 2016 dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (Aea).

Il Rapporto si basa sui dati provenienti dalle stazioni di monitoraggio ufficiali in tutta Europa, tra cui più di 400 città e fornisce nuove stime degli impatti sulla salute di inquinanti atmosferici più nocivi sulla base dei dati 2013. L’esposizione a PM2.5 è stata responsabile, nei Paesi Ue, di circa 430mila morti premature. Se si aggiungono i decessi causati da esposizione a biossido di azoto (NO2) e l’ozono troposferico (O3) la cifra sale a 520mila.

La relazione mette in evidenza che la qualità dell’aria è comunque migliorata nel corso degli anni. Il PM10 in media annuale è diminuito nel 75% dei siti monitorati durante il periodo 2000-2014. Allo stesso modo, le concentrazioni di PM2.5, in media, sono diminuiti tra il 2006 e il 2014 per tutti i tipi di stazione (urbano, traffico, siti di fondo, etc.).

“La riduzione delle emissioni hanno portato a miglioramenti nella qualità dell’aria in Europa, ma non abbastanza per evitare danni inaccettabili per la salute umana e l’ambiente», ha detto il direttore esecutivo dell’Agenzia, Hans Bruyninckx. «Abbiamo bisogno di affrontare le cause profonde dell’inquinamento atmosferico, che richiede una trasformazione fondamentale e innovativa dei nostri sistemi di mobilità, dell’energia e degli alimentari. Questo processo di cambiamento richiede un intervento da tutti noi, comprese le autorità pubbliche, le imprese, i cittadini e le comunità di ricerca”.

A livello nazionale, la relazione ci colloca in cima alla graduatoria per numero assoluto di morti da inquinamento stimando 91.050 decessi prematuri . L’impatto è forte anche in Germania (86.510 decessi), in Francia (55.130 morti) e Gran Bretagna (50.580).Considerando invece l’incidenza di queste morti premature sulla popolazione le performance peggiori si registrano nei paesi dell’Est europeo. A livello urbano, invece,  le aree a livello europeo più esposte sono quelle dell’Europa dell’est, oltre al Benelux, la nostra Pianura padana e l’area metropolitana di Londra, così come l’area della Ruhr in Germania.

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