I camici bianchi erano stati condannati  per la morte di un paziente deceduto a causa di lesioni midollari. L’uomo si era recato due volte in ospedale a seguito di un incidente in cui era stato investito da un’automobile ma era stato dimesso senza che venissero rilevati danni neurologici

Erano stati condannati lo scorso marzo nell’ambito di un procedimento giudiziario tortuoso che nelle scorse ore ha visto un nuovo ribaltamento con l’assoluzione in appello di 5 medici in servizio nel 2009 presso gli Ospedali Riuniti di Bergamo.

A marzo di quell’anno i camici bianchi ebbero in carico, in momenti diversi, un paziente di 79 anni ricoverato dopo essere stato investito da un’automobile. L’uomo venne sottoposto a radiografie e Tac e gli venne diagnosticato solo un trauma cranico non commotivo; pertanto, dopo un periodo di osservazione di 24 ore, venne dimesso. Dopo alcuni giorni, tuttavia,  l’anziano tornò al pronto soccorso accusando dolore e difficoltà respiratorie; venne sottoposto a radiografia ai polmoni e fu nuovamente dimesso con  la diagnosi di una bronchite aspecifica. Il giorno successivo il paziente venne portato in ospedale una terza volta e, in quell’occasione, venne ricoverato; la stessa sera accusò una paraplegia agli arti superiori dovuta a una lesione midollare che lo portò alla paralisi totale e a tre mesi di agonia prima del decesso.

Secondo il pubblico ministero quella morte si sarebbe potuta evitare con una diagnosi tempestiva delle lesioni midollari da parte dei medici. I camici bianchi avrebbero commesso quindi dei ‘gravi errori di valutazione’; di qui la richiesta di rinvio a giudizio a loro carico con l’accusa di omicidio colposo. Nel 2013 il giudice per le udienze preliminari aveva optato per il non luogo a procedere “perché il fatto non sussiste”, ma il pm aveva fatto ricorso fino ad ottenere la condanna a un anno di reclusione con sospensione della pena.

A 9 mesi di distanza dalla sentenza il Tribunale d’appello ha ritenuto invece di dover assolvere gli imputati. La questione da dirimere era se la lesione midollare fatale poteva essere diagnosticata dai medici sin dai primi due accessi in ospedale e, in caso affermativo, se vi fosse un nesso causale tra la mancata diagnosi e il decesso del paziente. I giudici hanno ritenuto di escludere una responsabilità del personale sanitario, stabilendo che le diagnosi effettuate erano state corrette. Il conducente del veicolo che investì l’uomo, invece, anch’egli accusato di omicidio colposo, aveva già patteggiato un anno e due mesi con la condizionale.

 

Sei stato accusato ingiustamente? Scrivi a redazione@responsabilecivile.it per essere assistito sulla valutazione di una possibile controquerela

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui