Terzo appuntamento di una serie di articoli dedicati ai disturbi di braccia e mani: oggi parliamo della sindrome del nervo ulnare

Sindrome del nervo ulnare o del tunnel carpale? Molto spesso noi sanitari ci troviamo di fronte ad un bivio, la diagnosi differenziale. Cioè capire se i sintomi del paziente ed i segni siano appartenenti ad una patologia o ad un’altra. Spesso infatti sintomi e segni di alcune patologie sono sovrapponibili quasi all’80%, quindi può essere facile errare nella decisione di trattamento.

La sindrome del nervo ulnare ad esempio ha sulla mano caratteristiche sintomatologiche simili a quelle del tunnel carpale. Ma con alcune sostanziali differenze!

Ad esempio l’intorpidimento della mano si riferisce alla parte laterale, quindi alle dita anulare e mignolo. La parestesia ed il dolore spesso avvertito come bruciore, salgono dalla mano fino al gomito passando nella parte interna dell’avambraccio. Poi mentre nella sindrome del tunnel carpale si fa fatica a tenere le cose in mano, in questo secondo caso il posizionamento in flessione del gomito è spesso difficile da mantenere. Infine la sensazione molto fastidiosa di “scossa elettrica” che parte dal gomito fino alle dita anulare e mignolo, è la caratteristica unica di questo disturbo.

Trattare la sindrome del nervo ulnare è relativamente semplice, infatti si inizia sempre con il consigliare ai pazienti il riposo. Quindi fasciature o tutore per una settimana. Spesso la causa è da trauma diretto, per questo motivo una cura anti infiammatoria ed il riposo aiutano a risolvere, ma in sempre più casi invece chi passa troppo tempo alla guida può arrecare dei microtraumi ripetuti a carico del nervo. Si passa così da una situazione di acuzie ad una cronica da… over use!

In questo secondo caso sfortunatamente il riposo può essere utile solo per tamponare la sintomatologia iniziale. Fisioterapia e farmacologia sono invece assolutamente necessarie. Infatti se da un lato gli anti infiammatori e neurotrofici aiutano il nervo a reagire alla patologia, il compito della fisioterapia è quello di ridurre e modificare la componente motoria che origina il disturbo. Stretching e rieducazione dei movimenti del polso sono i due aspetti fondamentali del percorso terapeutico.

Vediamo allora un esercizio di stretching per l’allungamento del nervo.

Poniti di fronte ad una parete con i piedi a circa 20/30 cm di distanza da essa, poggia le mani al muro all’altezza ed alla larghezza delle spalle. Mantenendo le mani fisse in appoggio con le dita rivolte in su, porta i gomiti in fuori e quindi verso l’alto fermandoti quando inizi a percepire la classica sensazione di “tiraggio” dello stretching. Mantieni questa posizione per un minuto e ripetila almeno quattro cinque volte al giorno.

Questo articolato esercizio è uno dei molti utilizzabili per questa patologia ma come avrai notato è caratterizzato da torsioni e flessioni articolari di non immediata comprensione. Sfortunatamente infatti per questo disturbo il trattamento passivo e l’educazione al movimento ricoprono l’aspetto terapeutico fondamentale. Quindi se avverti dolore prova ad eseguire l’esercizio che ti ho consigliato ma se dopo 2/3 giorni non noti miglioramenti, recati da un fisioterapista.

Infine qualche indicazione sulla terapia fisica/strumentale. Questa si caratterizza per la presenza di laser ad alta potenza, tecar, ultrasuono, TENS ed elettroporazione.

Dr Paolo Scannavini

pscannavini@gmail.com

Fisioterapista e Kinesiologo

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