Per chi è esposto al rumore sul posto di lavoro sono molti i rischi per la salute. Dall’ipertensione all’aumento del colesterolo. A dirlo è uno studio statunitense.

Si parla spesso di inquinamento sonoro, ma quali sono i rischi reali del lavoro in ambienti rumorosi? Per chi è costretto a farci i conti quotidianamente, purtroppo, le notizie non sono buone.

Una ricerca del National Institute for Occupational Safety and Health di Cincinnati, infatti, sostiene che chi è esposto a suoni molto forti e costanti nell’arco della giornata lavorativa può sviluppare ipertensione, un aumento del colesterolo, difficoltà uditive, stress e problemi cardiaci.

Solamente negli USA circa 22 milioni di lavoratori sarebbero esposti a forti rumori sul luogo di lavoro.

Secondo Elizabeth Masterson , ricercatrice dell’Istituto statunitense che ha condotto la ricerca, “se si potesse ridurre il rumore, si potrebbero prevenire oltre cinque milioni di casi di difficoltà uditive tra i lavoratori”.

L’ipotesi è che il lavoro in ambienti rumorosi aumenti i rischi cardiaci causando stress.

Questo, a sua volta, innesca il rilascio di ormoni specifici come il cortisolo e apporta cambiamenti a livello di vasi sanguigni e frequenza cardiaca.

Masterson e il suo team ha analizzato i dati relativi a sondaggi che hanno coinvolto 22.906 adulti lavoratori, nel 2014.

Ebbene, un lavoratore su quattro ha segnalato l’esposizione a rumore sul luogo di lavoro nel passato, mentre il 14% ha sperimentato condizioni lavorative rumorose nell’anno precedente al sondaggio.

Come prevedibile, tra le industrie più ‘rumorose’ ci sono quella mineraria, edile e manifatturiera.

Dai risultati, inoltre, è emerso che almeno il 12% dei partecipanti ha avuto problemi di udito, il 24% ha sofferto di ipertensione, il 28% di elevati livelli di colesterolo e il 4% ha avuto un grave problema cardiovascolare come infarto o ictus.

Ma non è tutto, purtroppo.

Per i ricercatori il 58% dei casi di problemi uditivi, il 14% dei casi di ipertensione e il 9% dei casi di colesterolo elevato sarebbero attribuibili a condizioni lavorative rumorose.

Gli autori dello studio sostengono, tuttavia, di non poter tracciare un collegamento chiaro tra condizioni lavorative rumorose e malattie cardiache, infarti o ictus.

E ciò è dovuto al fatto che, probabilmente, era ristretto il numero di persone con problemi cardiovascolari tra coloro che erano esposti a rumore sul luogo di lavoro.

Rispetto allo studio è intervenuto un altro esperto, di diverso avviso. Si tratta di John Dement, della Duke University di Durham, nella Carolina del Nord.

“Lo studio – afferma Dement – non stabilisce una relazione di causa effetto tra l’esposizione al rumore e malattia cardiaca”.

Secondo l’esperto, infatti, non sarebbe chiaro se l’ipertensione può essere un fattore di rischio per la perdita dell’udito o viceversa.

“Penso che sia prematuro trarre conclusioni sulle implicazioni per i pazienti al di là di ciò che già sappiamo sulla prevenzione all’esposizione al rumore”.

Ma per Dement, resta comunque importanti sottoporsi a test di routine laddove si svolga un lavoro in ambienti rumorosi.

 

 

 

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