L’imperativo, negli studi legali, sembra ormai essere quello della reperibilità costante. Ecco come si sono evolute le nuove ferie degli avvocati

Pare che le nuove ferie degli avvocati abbiano sempre meno il sapore di una vacanza e sempre più quella di un lavoro svolto “in remoto”, magari da una località estiva che consenta di avere una connessione wi-fi in ogni momento.
In Inghilterra lo chiamano “LexFactor” e sarebbe la “moda” ormai diffusa tra gli avvocati.
Questa consisterebbe nello scegliere località vacanziere che consentano di lavorare all’occorrenza e dove siano presenti le indispensabili connessioni WiFi o la copertura 3G. Sono questi, insieme ai dispositivi digitali quali laptop, tablet e smartphone, gli essenziali da portare in “vacanza”.

L’idea, in queste nuove ferie degli avvocati, sembra essere insomma quella delle reperibilità costante, per essere sempre pronti a sistemare alcuni imprevisti oppure a lavorare su questioni in sospeso.

Questo però sta trasformando il mondo delle professioni legali, che pare quasi non vada mai in vacanza, neppure d’estate, una stagione che – per gli avvocati – può diventare particolarmente difficoltosa.
Spesso, infatti, costringe a non staccare mai del tutto dal proprio lavoro per affrontare il rischio di urgenze, termini in scadenza e molto altro.
Una tendenza confermata anche dalla scelta dei grandi “law firm”, i grandi studi d’affari, che decidono di tenere i propri studi sempre aperti, cercando magari di recuperare gli arretrati o seguendo clienti stranieri per i quali agosto è un mese di piena attività e non di ferie.
Quanto alla sospensione feriale dei termini processuali, questa ha – di fatto – ridotto di molto il periodo di riposo dei legali.
È già da tre anni, infatti, che questa sospensione dura 30 giorni in luogo dei 45 del passato, sicché le scadenze incombono alle porte degli studi legali, e nella mente dei professionisti, con ben 15 giorni d’anticipo.
Ma non è tutto, perché la sospensione feriale non trova applicazione per tutti i tipi di cause e per tutti i tipi di atti.
In molti settori, infatti, questa non opera, come disposto dagli art. 2 e ss. della legge 7 ottobre 1969, n.742, ad esempio per alcuni profili dell’ambito fallimentare.
Questo significa che, per garantire assistenza nelle situazioni non differibili, spesso gli studi necessitano che vi sia sempre almeno un collega reperibile anche nel bel mezzo del periodo feriale.
Spesso, quindi, si effettua una turnazione nei periodi di vacanza, oppure l’avvocato deve essere in grado di rientrare all’occorrenza in sede rapidamente, laddove richiesto.
Nonostante gli strumenti tecnologici abbiano agevolato la possibilità di lavorare anche a distanza, infatti, vi sono procedimenti che i ricorrenti possono depositare anche in pendenza del periodo feriale e questo comporta uno sforzo indubbiamente maggiore.
Ciò vale soprattutto per i “contenziosisti”, i quali devono lavorare sulle difese dei propri clienti in un periodo, quello estivo, in cui è molto più difficile mantenere i contatti.

Il risultato è che le nuove ferie degli avvocati vedono molti professionisti scegliere una vacanza “a metà”, portando il lavoro in valigia.

Altri, semplicemente spostano le ferie in un altro momento. Infine, altri ancora, si riservano di tornare in studio solo in casi di necessità.
Quel che è certo è che, anche nella gestione dei periodi feriali, gli approcci degli studi legali stanno andando modificandosi.
 
 
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