In vista della presentazione delle legge di Bilancio 2019, le organizzazioni sindacali della dirigenza medica inviano una lettera a Governo, Parlamento e Regioni

Il Servizio sanitario nazionale sta affrontando una crisi profonda che si manifesta in una progressiva insoddisfazione dell’utenza e degli operatori sanitari che non vedono soluzioni a problemi che si stanno cronicizzando. Così le organizzazioni della dirigenza medica, sanitaria e veterinaria in una lettera inviata a Governo, Parlamento e Regioni in vista della presentazione della legge di Bilancio 2019.

La carenza dei medici e dei dirigenti sanitari – si legge nella missiva – è l’emblema della mancanza di programmazione dei fabbisogni di nuove leve di specialisti e di una progressiva fuga delle professionalità sanitarie verso la sanità privata a causa di pessime condizioni di lavoro e di trattamenti economici sempre meno gratificanti.

I Sindacati, quindi, passano al nodo del Contratto di lavoro 2016-2018. Un provvedimento che riguarda 140.000 dirigenti, ma che “dopo nove anni di attesa non ha alcuna possibilità di andare a buon fine senza interventi legislativi adeguati”.

Gli Assessori alla Sanità hanno chiesto lo stanziamento delle necessarie risorse nella legge di Bilancio  2019 ma non ci sono ancora impegni di spesa garantiti. “La contrattazione iniziata un anno fa è proseguita grazie al senso di responsabilità delle nostre Organizzazioni Sindacali”, evidenziano le Associazioni. Queste, “pur non avendo ricevuta alcuna proposta concreta per un accordo sulle questioni nodali del contratto, hanno portato avanti una ‘contrattazione tecnica’”. Il tutto in attesa che avvenisse il cambio del Governo e fossero “esperite le verifiche per superare le difficoltà giuridiche ed economiche che impedivano di condividere un contratto soddisfacente”.

Le OO.SS. hanno deciso che sono venute meno le condizioni per proseguire la contrattazione tecnica presso l’ARAN.

In occasione della prossima riunione convocata presso l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni saranno esposte le condizioni per la prosecuzione del confronto. Se non ci saranno novità, la delegazione dei segretari nazionali riterrà interrotta la contrattazione, in ogni sua forma. In particolare si attendono aperture e impegni politici attendibili su: riconoscimento pieno del 3,48% di aumento salariale dal 1/1/2018, recupero della RIA dei pensionati, indennità di esclusività di rapporto in massa salariale, superamento dell’art. 23 del Dlgs 75/2017, finanziamento del turn over.

“La nostra disponibilità è stata massima”, sottolineano i sindacati. “Ora attendiamo che Governo e Regioni trovino le risorse e le soluzioni giuridiche ai problemi che abbiamo evidenziato da più di un anno e diano risposte precise, avanzino proposte concrete, per stilare un protocollo di intesa e ci consentano così di evitare ai cittadini i disagi che agitazioni, assemblee e scioperi potrebbero provocare”.

“Se il Governo e le Regioni non sapranno rispondere alle nostre richieste – concludono -dopo che tutte le altre convenzioni dei sanitari e tutti i contratti dei comparti della pubblica amministrazione sono stati chiusi, ne trarremo le debite conseguenze”.

 

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