Il Consiglio del Notariato ha realizzato un bilancio in merito alla legge sul Dopo di noi. Il risultato è una serie di proposte volte a migliorarla.

Arrivano delle proposte di modifiche riguardo alla legge sul Dopo di noi. Ad avanzarle, è il Consiglio del Notariato che ha realizzato un bilancio in merito alla legge sul Dopo di noi proponendo una serie di cambiamenti per migliorarla.

Tra questi, vi sono la eliminazione del divieto dei patti successori e maggiore chiarezza sulle imposte dirette.

Se ne è discusso, come riporta il sito del notariato, nel corso dell’incontro pubblico organizzato dal Consiglio Nazionale del Notariato a Roma.

Al tavolo hanno partecipato le associazioni per la tutela e i diritti delle persone con disabilità e alle associazioni dei consumatori.

L’evento riguardante la legge sul Dopo di noi è servito, a quasi due anni dall’entrata in vigore, a tirare le somme in merito, analizzando “pregi e criticità della legge e segnalare una serie di proposte migliorative dell’impianto legislativo a vantaggio delle famiglie con disabili gravi”.

Dal confronto sono emerse delle questioni interessanti.

Un esempio? Il fatto che istituti come trust, vincoli di destinazione ex art 2465-ter, contratto di affidamento fiduciario, cozzino con problemi di natura ereditaria, come le eventuali lesioni della quota riservata ai legittimari.

Da qui è nata la necessità di una riforma sistematica della disciplina ereditaria. Contestualmente, si è parlato dell’introduzione del patto successorio rinunciativo, per dare la possibilità ai legittimari di rinunciare a diritti che deriverebbero loro da una successione non ancora aperta. Questo, peraltro, è già in uso nel diritto tedesco, svizzero, francese e austriaco.

Inoltre, sono state anche evidenziate delle criticità.

Le problematiche si riferiscono, in particolare, ai patrimoni di modesta entità.

Questo poichè il Testo Unico sulle donazioni e successioni aveva già stabilito per i disabili gravi una franchigia di 1.500.000 euro indipendentemente dal grado di parentela e affinità.

“Con la finanziaria 2007 – si legge sul sito – si è stabilito che il Trust è soggetto passivo Ires (imposta sul reddito delle società) con tutto ciò che questo comporta dunque necessità del supporto di un consulente, non applicabilità della disciplina della cedolare secca sugli immobili in affitto, dubbi sull’applicabilità del regime del prezzo valore per eventuali ulteriori acquisti di immobili, dubbi sull’applicabilità delle agevolazioni prima casa per citarne alcuni”.

Pertanto, che fare per avere le agevolazioni e le esenzioni fiscali?

Da parte dei notai, c’è l’auspicio a un ampliamento della platea dei beneficiari che includerebbe non solo i disabili gravi, ma anche quelli non gravi. Insieme a loro anche gli anziani non autosufficienti e altri istituti giuridici che mirano ad assicurare cura, assistenza e protezione ai disabili.

Infine, potrebbe servire formulare una normativa per il “contratto di affidamento fiduciario” che potrebbe diventare il trust italiano.

 

 

 

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