I numeri sono impressionanti. Il quotidiano “Il Tempo” ha pubblicato la classifica delle liste di attesta negli ospedali laziali. Per una Tac al capo, all’Ospedale “Pertini” di Roma, bisogna attendere 298 giorni, 226 a Terracina, 221 al Policlinico Casilino. Ultima in questa triste classifica, il nosocomio di Civitavecchia con 106 giorni. Tempi di attesa che si dilungano in caso di ecografia al capo. Si parte dall’Ospedale di Subiaco (un piccolo borgo medievale di circa 9mila abitanti) con 311 giorni. Bagarre per il secondo posto con il S. Filippo Neri di Roma a quota 302 e il S. Eugenio con 301 giorni. .

Il Pertini detiene un altro primato, quello per le ecografie all’addome superiore. Occorre, infatti, più di un anno per effettuare il controllo medico In questo caso, le liste di attesa vanno dai 362 giorni ai 196 della Casa Salute Palombara.

Anche per una mammografia ci sono attese giunoniche. Si parte dai 341 giorni dell’Ospedale di Tivoli ai 337 dell’onnipresente S. Filippo Neri. Ultimo in questa blacklist il Policlinico di Liegro con 157 giorni di attesa.

Per un’ecografia completa all’addome, anche qui siamo vicino all’anno di attesa. Per un’eco all’ospedale di Formia bisogna attendere circa 327 giorni, 247 all’Ospedale di Terracina e 235 al Nuovo Margherita di Roma. Per prenotare sotto i 150 giorni, bisogna andare al Policlinico Casilino (147), all’Ospedale Colleferro(145) o alla struttura di Subiaco (136).

Queste liste di attesa non aiutano certo chi già deve combattere contro il tempo. Roberto Crea, segretario regionale del Tribunale per i diritti del malato, ha denunciato sulle pagine del giornale romano lo stato di salute dell’Ospedale San Camillo di Roma: nel reparto di Neurochirurgia “alcuni pazienti , affetti da tumore, che hanno la richiesta medica di intervento chirurgico entro i 3 giorni, sono in attesa fino a 6 settimane per carenza di anestesisti”. Inoltre, per il responsabile di Cittadinanzattiva, “ci sono oltre mille pazienti in attesa fino ad un anno e mezzo per interventi ortopedici, gastroenterologici e di chirurgia ricostruttiva a causa delle carenze delle sale operatorie nel Nuovo Regina Margherita”. Le cause non derivano solo dalla mancanza di personale ma anche dalla mancanza di strumentazione in sala operatoria. Nel reparto di urologia, ad esempio, gli interventi sono stati rinviati per la mancanza dell’elettrobisturi.

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