I genitori della bimba avevano chiesto un risarcimento di 5,5 milioni per la malformazione della figlia; sono stati condannati a pagare 28mila euro di spese legali

Microencefalia, polimicrogiria, ritardo mentale e tetraplesi spastica. E’ la terribile diagnosi fatta a pochi mesi dalla nascita a una bimba di Licata, in Sicilia, venuta alla luce nel dicembre del 2003. I genitori, nel 2008, avevano citato in giudizio il ginecologo che aveva avuto in cura la mamma e la Asp di Agrigento, dove il medico lavorava. A loro avviso la malformazione della figlia avrebbe dovuto essere diagnosticata già in gravidanza. Il camice bianco, invece, non avrebbe operato in maniera corretta e non avrebbe svolto tutti i dovuti accertamenti. In tal modo la famiglia non avrebbe avuto neanche avuto la possibilità di optare per un eventuale aborto.

La coppia chiedeva un risarcimento pari a cinque milioni e mezzo di euro ma già in primo grado di giudizio, nel 2013,  il Tribunale aveva respinto l’istanza. Una perizia aveva sancito la piena rispondenza ai canoni della miglior scienza ed esperienza della condotta del ginecologo.

Il consulente  aveva chiarito, inoltre, che le patologie diagnosticate possono insorgere anche dopo la nascita.

Il Giudice pertanto ha ravvisato che nessuno degli atti e accertamenti relativi alla gravidanza avevano evidenziato anomalie; in nessuna delle sei ecografie effettuate dalla madre prima della nascita risultavano malformazioni o ritardi di crescita o altri dati allarmanti. Nulla era stato segnalato neppure alla nascita e nei giorni successivi. Di qui la conclusione che non era possibile ricondurre la patologia della piccola alla fase di gestazione. In ogni caso l’assenza di sintomi nei primi mesi di vita escludeva qualsiasi responsabilità di medico e Asp.

La decisione del Tribunale è stata integralmente confermata nelle scorse ore anche in sede di appello, con tanto di condanna degli appellanti al pagamento di 7 mila euro di spese legali per ciascuna delle parti chiamate in causa: medico, Asp e le rispettive compagnie di assicurazione, per un totale di 28mila euro.

 

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