Bene il Fondo sanitario a 113 miliardi ma permane l’insoddisfazione su contratti, assunzioni e stabilizzazione dei precari

I Sindacati medici, veterinari e dirigenti sanitari del Ssn hanno dichiarato lo stato di agitazione. Sebbene, infatti, il mantenimento nella Legge di Bilancio presentata dal Governo del Fondo sanitario a 113 miliardi rappresenti una nota positiva, di cui viene dato atto al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, permane tuttavia l’insoddisfazione rispetto a questioni prioritarie quali il rinnovo dei contratti, le assunzioni e le stabilizzazioni.

Nel corso di una conferenza stampa tenuta oggi a Roma le sigle associative (Anaao Assomed – Cimo – Aaroi-Emac – Fp Cgil Medici E Dirigenti Sanitari – Fvm – Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr) – Cisl Medici – Fesmed – Anpo-Ascoti-Fials Medici – Uil Fpl Medici) hanno evidenziato come il fondo per le assunzioni di 3 mila medici e 4 mila infermieri (i 150 milioni dedicati) non “incide sul normale blocco del turnover e si somma alla misura della stabilità dello scorso anno che riguardava l’orario di lavoro”.

I medici hanno ricordato, inoltre, come per soddisfare le esigenze del Ssn siano necessarie almeno 12 mila assunzioni, di cui 6mila per coprire i pensionamenti del triennio 2012-2014 e altre 6mila per applicare la direttiva Ue sull’orario di lavoro. Rimanendo in tema di assunzioni poi, l’Intesindacale parla di 13mila e cinquecento medici da stabilizzare – 7mila a tempo determinato e 6500 atipici. A tal fine occorrono “graduatorie concorsuali riservate almeno per il 50%”.

Venendo al nodo del finanziamento dei nuovi contratti i sindacati hanno sottolineato come rispetto allo stanziamento di 1,9 mld annunciato per tutta la Pa ci sia un aumento lordo per la categoria di 115 euro a testa al mese; si tratta di una cifra considerata insoddisfacente tenendo conto anche che l’ultimo rinnovo aveva previsto un aumento dei 250-300 euro e che tra il 2011 e il 2016 sono stati tagliati i fondi accessori per 641 milioni, vale a dire circa 628 euro a testa.

Di qui la presentazione di una serie di richieste messe nero su bianco e indirizzate al Governo, tra cui l’implementazione delle risorse disponibili per un finanziamento del triennio contrattuale coerente con il valore e la funzione sociale del lavoro svolto, la previsione – anche per la sanità pubblica – della defiscalizzazione del salario di produttività, l’estensione al settore pubblico delle agevolazioni del cosiddetto “welfare aziendale”.

E ancora: il recupero dei tagli lineari ai fondi contrattuali; il ristabilimento dei meccanismi contrattuali, garantendo la salvaguardia della RIA a partire dal 2016; l’accelerazione della stabilizzazione dei precari e l’aumento dell’occupazione giovanile per rispettare la direttiva europea sull’orario di lavoro, largamente disattesa in Italia.

Su tali questioni le organizzazioni sindacali hanno chiesto pertanto l’intervento del Ministero e di Palazzo Chigi, con cui auspicano quanto prima un incontro. Nel frattempo annunciano delle AssembleeDay nelle Aziende, non escludendo l’ipotesi di uno sciopero nazionale se entro la metà di novembre le risposte non saranno soddisfacenti.

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