Un approfondimento del Dr. Claudio Puoti, epatologo, sul position paper per le maxi emergenze per gli operatori sanitari elaborato dalla Sicut

L’elaborazione di un position paper dedicato alle “ Indicazioni per un Piano di risposta ospedaliera ad una Maxi-emergenza di carattere traumatico”, elaborato dalla SICUT (Società Italiana di Chirurgia d’Urgenza e del Trauma), offre un valido ed importante strumento per tutti gli operatori sanitari potenzialmente coinvolti in una emergenza di carattere traumatico.
Purtroppo, i recenti attentati che si sono susseguiti in vari Paesi europei ad opera di gruppi terroristici stanno facendo salire i livelli di allerta nazionale, per cui un documento di indicazioni operative basate sulla esperienza e al tempo stesso sulle evidenze scientifiche assume in questo momento storico una grande importanza.

Gli estensori delle indicazioni chiariscono sin dall’inizio lo scopo del documento, ricordando che:

  1. Maxi-emergenze naturali o indotte dall’uomo (attentati, disastri aerei, incidenti ferroviari e stradali con elevato numero di feriti oppure incidenti coinvolgenti impianti produttivi) stanno diventando sempre più frequenti. Esse coinvolgono un numero sempre maggiore di persone, mettendo a dura prova l’organizzazione sanitaria e i servizi essenziali.
  2. Benché le Maxi-emergenze possano essere anche non traumatologiche (infettive, nucleari, chimiche), l’esperienza dimostra come esse rimangano le più frequenti e probabili.
  3. La cura del paziente traumatizzato richiede da parte del chirurgo d’urgenza e del trauma particolare impegno tanto nell’emergenza singola, quanto in quella legata ad una Maxi- emergenza: il chirurgo è il leader del trauma team ed il responsabile della risposta dell’ospedale ad una Maxi-emergenza traumatica sino all’arrivo del Direttore Medico del Presidio Ospedaliero. Il chirurgo, tuttavia, rimane il più titolato a coordinare le attività cliniche volte alla cura dei pazienti traumatizzati.

Le indicazioni fanno riferimento a normative nazionali e regionali, alle Linee Guida della risposta alle Maxi-emergenze dello Stato di Israele, alle Linee Guida della risposta sanitaria ad una Maxi- emergenza della Rete Europea MRMID (Medical Response to Major Incidents and Disasters) e della Disaster and Military Surgery Section ESTES (European Society for Trauma and Emergency Surgery), ed alle Linee di Indirizzo della Associazione Italiana di Medicina delle Catastrofi (AIMC).
Particolare attenzione viene rivolta al cosiddetto PEMAF, piano di emergenza per il massiccio afflusso di feriti (va ricordato che è ’ obbligo di legge per tutti gli Ospedali dotarsi di Piani di Emergenza sia esterna che interna (legge 626/1994), valutando la massima capacità ricettiva, ed organizzando le risorse minime necessarie per l’accoglimento ed il rapido intervento di più feriti politraumatizzati anche in gravi condizioni.

Lo schema suggerito dal documento è il seguente, flessibile e capace di rapida attivazione:

  • postazione rossa, dotata di presa di ossigeno e aspiratore, ventilatore, monitor/defibrillatore
  • possibilità di eseguire la prima valutazione/trattamento secondo i dettami ATLS (Rx torace e bacino, E-FAST)
  • trauma team composto almeno da 1 chirurgo con esperienza di gestione del trauma, 1 rianimatore con esperienza di gestione del trauma, 2 infermieri con esperienza di area critica
  • disponibilità immediata di sangue
  • disponibilità immediata di indagine TAC
  • disponibilità immediata di sala operatoria, attrezzata per interventi di chirurgia generale e staffata almeno da 2 chirurghi (di cui almeno uno in grado di effettuare la “Damage Control Surgery”), 1rianimatore, 2 infermieri (strumentista ed assistente all’anestesia),

Fondamentale poi è la definizione e organizzazione di una catena di comando e controllo ed il coordinamento delle funzioni non sanitarie, nonché i rapporti in tempo reale con i media.
Il documento infine è arricchito da suggerimenti operativi concreti e da preziose indicazioni operative, come la definizione del rapporto ottimale tra personale sanitario e pazienti, in funzione del livello di gravità.
In conclusione, pur nell’ovvio auspicio che un tale documento non debba mai essere applicato nella vita reale, esso costituisce garanzia di efficienza e di rapidità di intervento in caso di emergenza e di catastrofi, e dovremmo essere ampiamente diffuso, discusso e fatto proprio da ogni struttura sanitari sul territorio nazionale.
 
 

Dr. Claudio Puoti

 
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