Per la FNOMCeO, la soluzione dei medici militari per sopperire alla carenza di specialisti negli ospedali molisani è una ‘misura tampone’. L’Anaao Assomed, ribadisce la necessità di investire sulla formazione specialistica

Una “misura tampone” che “potrà avere qualche effetto positivo, a condizione che, per sostituire i colleghi, vengano chiamati colleghi della sanità militare che siano specialisti nelle branche scoperte”. Così il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli sul ricorso ai medici militari per sopperire alla mancanza di specialisti negli ospedali del Molise.

“La carenza di specialisti – afferma il vertice della Federazione – così come quella dei medici di medicina generale, non nasce ora: era prevista almeno da dieci anni. Bisogna prendere atto che il problema esiste e che la sua gestione non può essere lasciata in mano alle singole regioni ma va gestita a livello centrale”.

“Non servono – prosegue  – misure emergenziali locali, che finiscono per forza di cose per essere incoerenti e disorganiche. Quella che occorre è una programmazione seria ed efficace del fabbisogno di specialisti, accompagnata da un piano a carattere straordinario e ‘a scadenza’ che, nelle more della formazione di un numero adeguato di nuovi specialisti, permetta agli ospedali di assumere gli specializzandi dell’ultimo anno. Questo metterebbe subito a disposizione 5000 medici pronti ad essere impiegati nel Servizio sanitario nazionale e, nel contempo, consentirebbe di liberare 5000 borse per formare i colleghi già laureati e che non trovano posto nelle Scuole di Specializzazione”.

Sullo stesso tenore anche la reazione dell’Anaao Assomed che parla di “soluzioni fantasiose quanto precarie, segno del fallimento delle politiche di programmazione dei fabbisogni specialistici degli ultimi 10 anni”.

“Abbiamo bisogno – sottolinea l’Associazione – di investire le poche risorse disponibili in contratti di formazione specialistica portandoli ad almeno 10 mila ogni anno. Sul versante occupazionale è cruciale sbloccare il turnover permettendo anche alle Regioni in piano di rientro, di aprire una nuova e vitale stagione di assunzioni nel SSN consentendo ai medici specializzandi degli ultimi anni la partecipazione alle selezioni sia a tempo determinato che indeterminato”.

Per l’Anaao, la carenza di personale negli ospedali si connota anche come crisi di vocazioni nei confronti di un lavoro considerato non più appetibile. “Un lavoro gravoso, rischioso, fatto di turni infiniti, milioni di ore di straordinario che mai verranno recuperate o retribuite, weekend quasi tutti occupati per guardie o reperibilità, difficoltà perfino nel poter godere delle ferie maturate. E i nostri giovani medici che preferiscono lavori meno stressanti nel privato o emigrare all’estero attratti dalle remunerazioni più elevate e dalla maggiore valorizzazione del merito”.

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