Secondo un sondaggio realizzato dall’Associazione su 3500 ragazzi, il 48% degli intervistati non sa cosa sia il melanoma

Il 39% degli adolescenti non mette mai la crema protettiva in spiaggia; per oltre il 50%, inoltre, utilizzarla sarebbe ‘da sfigati’ perché impedirebbe di abbronzarsi. E’ quanto emerge da un sondaggio su 3.500 giovani che dà il via al progetto #soleconamore. Si tratta di una campagna nazionale di sensibilizzazione sull’abbronzatura consapevole e sulla prevenzione del melanoma indirizzata proprio ai giovanissimi. L’iniziativa è realizzata da Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica).
L’indagine, dunque, evidenzia che gli adolescenti ignorano le regole fondamentali per esporsi al sole in modo sicuro. Ciò nonostante i raggi ultravioletti siano il principale fattore di rischio per il melanoma, il tumore della pelle più aggressivo.

La scarsa consapevolezza dei giovani non si fermerebbe qui.

Solo il 18%, ad esempio, sa cos’è il fototipo. Per il 53% è un tipo di immagine, per il 16% una tecnica di selfie e per il 13% una tonalità di colore dei fiori.
Il 63% ritiene che le lampade solari aiutino ad abbronzarsi meglio. “Niente di più sbagliato – afferma Stefania Gori, presidente nazionale Aiom -. I danni di queste apparecchiature sono sottovalutati. È dimostrato che il loro utilizzo, soprattutto in età inferiore ai 35 anni, aumenta in maniera significativa il rischio di melanoma. L’intensità degli ultravioletti artificiali è di 12-15 volte superiore all’esposizione solare naturale. Infatti, secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, le lampade solari sono ‘cancerogene’ per l’uomo al pari del fumo di sigaretta e, dal 2011, il Ministero della Salute ne ha vietato l’utilizzo ai minorenni e alle donne in gravidanza”.

Il 48% degli intervistati, inoltre, non sa cosa sia il melanoma.

La neoplasia, peraltro, è in costante crescita, soprattutto fra i più giovani (il 20% dei nuovi casi è riscontrato in pazienti fra i 15 e i 39 anni). “In un quindicennio in Italia – sottolinea Fabrizio Nicolis, presidente Fondazione Aiom –  il numero delle nuove diagnosi è raddoppiato, passando da poco più di 7.000 nel 2003 a 13.700 nel 2018 e la mancata conoscenza dei fattori di rischio gioca un ruolo decisivo. Le diagnosi negli adulti di oggi sono la conseguenza dell’esposizione scorretta al sole da giovani in passato. Ecco perché la nostra campagna è rivolta agli adolescenti e sarà declinata in particolare sui social network, con il coinvolgimento di influencer di primo piano”.
Paola Queirolo, responsabile scientifico del progetto, evidenzia come il sole non sia un nemico, ma vanno seguite alcune regole. A partire “dall’uso di creme solari con un fattore di protezione alto”. Inoltre, il sole va sempre evitato nelle ore centrali. Le scottature solari gravi durante l’infanzia e l’adolescenza – afferma l’esperta – “triplicano il rischio di melanoma in età adulta”.
 
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