Il camice bianco è accusato, tra l’altro, di aver determinato con il suo operato un quadro di emiplegia spastica permanente sfociata in una menomazione del braccio sinistro della paziente, operata per un aneurisma

Avviso di conclusione delle indagini per un medico in servizio presso il reparto di neuroradiologia dell’ospedale di Lecce. Nei confronti del camice bianco, il pubblico ministero ipotizza il reato di lesioni colpose ai danni di una paziente residente in un Comune della provincia pugliese per una menomazione del braccio dopo un intervento. Lo riferisce il Corriere salentino nel ricostruire la vicenda.

La donna, secondo quanto riporta il quotidiano, si era ricoverata nel maggio del 2016 per un intervento chirurgico programmato. Le era stato infatti riscontrato un “aneurisma sacciforme a larga base d’impianto sul sifone carotideo destro nel tratto sovracavernoso”.

Il camice bianco indagato, secondo la Procura, avrebbe omesso di informare la signora sui rischi connessi al trattamento endovascolare. Inoltre, avrebbe agito in maniera imprudente nella scelta di intervento. Questa non sarebbe stata sufficientemente ponderata in un’ottica di valutazione dei benefici a fronte dei rischi. Il tutto considerando la localizzazione dell’aneurisma, le sue dimensioni e le caratteristiche non allarmanti.

Nel formulare tali valutazioni il pm si è basato sulla consulenza di un esperto radiologo.

Secondo gli esiti della perizia, il rischio di rottura dell’aneurisma, se non trattato, sarebbe stato esiguo e comunque inferiore al tasso di complicanze legate alla procedura.

Al medico, infine, viene contestato un operato censurabile per aver omesso degli accorgimenti tecnici nella gestione della paziente. In virtù di tale condotta si sarebbe prodotta una progressiva estesa ischemia con gravi conseguenze menomative. Le condizioni della donna, infatti, sono sfociate in un quadro di emiplegia spastica permanente determinando la perdita funzionale dell’arto sinistro.

La parola spetta ora alla difesa. L’indagato ha venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogato e per confutare le ipotesi accusatorie a suo carico. Successivamente spetterà al magistrato inquirente valutare se procedere con la richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione del caso.

 

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