Un alpino vittima di un’evirazione nel 2015 ha denunciato i medici che lo avevano operato. Il militare sostiene di essere rimasto impotente, nonostante i medici gli avessero promesso un recupero totale.

Torna a far parlare di sé, suo malgrado, il militare evirato nel 2015 da una donna – prontamente condannata – e che adesso ha deciso di denunciare i medici che lo avevano operato.

Il giovane, nel 2015, aveva conosciuto una giovane donna in discoteca. Giunto a casa, nel corso di un rapporto sessuale, era stato evirato con un coltello da cucina riportando lesioni gravissime.

Il caporal maggiore degli alpini, originario di Galatina, si era poi sottoposto a un intervento all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine. Ebbene, pare che i sanitari che si sono occupati del suo caso, gli avessero garantito il pieno recupero.

Cosa che però non è avvenuta.

Come riporta Il Gazzettino di Pordenone, infatti, il militare evirato che attualmente risiede a Udine, non avrebbe più riacquistato la virilità dopo i diversi interventi chirurgici.

Non solo. Soffrirebbe di costanti dolori e avrebbe difficoltà nella minzione.

I medici avevano invece dichiarato che l’operazione era riuscita perfettamente. Inoltre, avrebbero scritto nella cartella clinica risultati differenti rispetto a quelli rilevati dalla risonanza magnetica effettuata in un momento successivo dall’uomo.

Per queste ragioni, l’uomo ha deciso di sporgere querela rivolgendosi alla caserma dei Carabinieri di Udine Est.

L’accusa, per gli specialisti che nel 2015 lo avevano sottoposto alla falloplastica, è di aver dichiarato il falso nel loro verbale.

Allo stato attuale, in Italia, nessun altro medico aveva dato al militare evirato la certezza di poter riacquistare piena funzionalità dell’organo.

L’uomo ha fatto sapere che si recherà dunque a Belgrado per un consulto del chirurgo Miroslav Djordjevic, specializzato in ricostruzioni falloplastiche.

 

 

 

 

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