Nell’indagine per il decesso di un bimbo di 7 anni che morì a causa di una otite bilaterale sono  indagati per concorso in omicidio colposo anche i genitori

Avrebbe agito con negligenza, imprudenza e imperizia. La Procura di Ancona, a conclusione delle indagini per omicidio colposo a carico di un omeopata non ha chiesto l’archiviazione del caso. Il medico era finito sotto inchiesta dopo il decesso, nel maggio del 2017, di un bambino di 7 anni presso l’Ospedale Salesi del capoluogo marchigiano. Il piccolo morì a causa di una otite bilaterale che si era tramutata in un ascesso neurologico.

Secondo i periti il professionista non avrebbe somministrato alla giovane vittima la terapia antibiotica trascurando del tutto i sintomi clinici. Inoltre , pur avendo effettuato la diagnosi corretta, non avrebbe compreso la gravità della patologia, proseguendo con la somministrazione di prodotti omeopatici; questi, secondo la letteratura scientifica, non potrebbero essere prescritti oltre i 3 o 5 giorni.

A dicembre il nucleo investigativo del Comando provinciale dei carabinieri, aveva eseguito la misura cautelare personale interdittiva emessa dal Gip del Tribunale di Urbino nei confronti del medico. Al  camice bianco è stato vietato l’esercizio della professione per un anno; alla base del prvvedimento “la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari derivanti dal pericolo di reiterazione delle condotte”

Accusati di concorso anche i genitori del bambino.

L’avviso di chiusura delle indagini li chiamerebbe in causa per non aver consultato un pediatra o un otorino nonostante l’inefficacia della terapia dell’omeopata. La coppia, due commercianti della provincia di Pesaro Urbino convinti sostenitori delle cure omeopatiche, hanno continuato a seguire le indicazioni del medico indagato per 15 giorni.

Il bambino tuttavia peggiorava, era sempre più debole, con la febbre che andava e veniva, fin quando aveva perso conoscenza. Solo a quel punto il padre e la madre lo avevano portato all’ospedale di Urbino, dove una Tac aveva rivelato gravi danni al cervello. Venne disposto quindi il trasferimento nel nosocomio pediatrico di Ancona per tentare un intervento chirurgico per la rimozione dell’ascesso cerebrale. Nonostante l’operazione e l’inizio di una terapia antibiotica d’urto, il bambino era in uno stato comatoso irreversibile.

 

Leggi anche:

BIMBA MORTA DI MALARIA A QUATTRO ANNI, UN INDAGATO A TRENTO

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui