La donna era stata dimessa dopo l’operazione ma a distanza di alcuni giorni era deceduta a causa di un’emorragia causata dal distacco di una clips di sutura

Era stata operata in laparoscopia alla cistifellea presso l’Ospedale di Cuorgnè, in provincia di Torino. L’intervento era perfettamente riuscito e dopo una breve degenza la donna, una casalinga di 55 anni, era stata dimessa. Dopo pochi giorni, tuttavia, aveva accusato dei forti dolori all’addome e, nonostante la corsa in ospedale, era deceduta a causa, secondo quanto rivelerà l’autopsia, di una emorragia.
La Procura aveva aperto un’inchiesta iscrivendo nel registro degli indagati quattro medici: i tre componenti dell’equipe chirurgica che aveva operato la donna e il camice bianco che ne aveva firmato le dimissioni. Le indagini avevano appurato che l’emorragia fatale per la paziente sarebbe stata provocata dal distacco di una clips di sutura; un evento che, secondo il medico legale che eseguì l’esame autoptico, non sarebbe stato prevenibile e quindi evitabile. Il consulente della difesa, inoltre, aveva confermato che gli esami emato-chimici effettuati prima delle dimissioni dall’ospedale della donna non rivelavano nulla di anormale. Non c’erano quindi elementi sintomatici che facessero pensare a un’emorragia.
Sulla base di tali conclusioni la posizione di tre dei medici indagati era stata archiviata. Uno dei chirurghi era invece finito a processo con l’accusa di omicidio colposo, rinviato a giudizio sulla base di una perizia che gli imputava una “insufficiente quantità di clips” e una “inadeguata manualità nell’impiego dello strumento per la sutura”. Secondo l’accusa il decesso sarebbe quindi avvenuto per “migrazione delle clips impiegate dal chirurgo per chiudere i futuri monconi del vaso arterioso, prima della sua sezione”.
Nelle scorse ore, tuttavia, il giudice del Tribunale di Ivrea ha assolto il camice bianco ‘perché il fatto non costituisce reato’. Nel corso del processo, infatti, è stato dimostrato che le clips erano state ben posizionate con uno strumento sicuro, escludendo in tal modo qualsiasi responsabilità medica e attribuendo il decesso a uno sfortunato e imprevedibile evento nel decorso post operatorio.
 
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