Il testo, a prima firma del senatore Giovanni Barozzino (SI), prevede pene severissime per i datori che non rispettino le leggi in tema di sicurezza sul lavoro

Sono 641, nel 2016, le persone che, secondo i dati dell’Osservatorio Indipendente di Bologna, hanno perso la vita sul posto di lavoro. Il 31 % delle cosiddette ‘morti bianche’ riguardano il settore agricolo; seguono l’edilizia (19,6%) e l’autotrasporto (9,3%). A livello territoriale la Regione con il maggior numero di vittime sul lavoro e la Campania, seguita da Emilia Romagna e Veneto.
Per contrastare tale fenomeno  è stato presentato nei giorni scorsi in Senato un disegno di legge per l’introduzione nel nostro ordinamento giuridico del reato di omicidio sul lavoro e di lesioni personali sul lavoro gravi o gravissime. Primo firmatario del ddl è il senatore è il capogruppo di Sinistra Italiana in Commissione lavoro, Giovanni Barozzino, che, nel presentare il ddl, ha fortemente criticato le politiche sul lavoro fatte dai Governi che si sono susseguiti in questi anni. “Non è mai accaduto che il livello culturale che attiene alle politiche del lavoro – ha affermato Barozzino –  si sia abbassato a tal punto da lanciare un vero attacco ai diritti dei lavoratori svilendo la loro dignità e quindi calpestando la nostra Costituzione che recita, già nel primo articolo, che questo Paese si fonda sul lavoro”.
Il ddl prevede l’integrazione nel codice penale degli articoli 589 (omicidio colposo) e 590 (lesioni personali colpose). Gli articoli 589-quater e 589-quinquies, nello specifico, hanno come oggetto rispettivamente il reato di omicidio sul lavoro, con le diverse graduazioni a seconda delle norme violate in tema di sicurezza sul lavoro, e il reato di omicidio sul lavoro aggravato nell’eventualità di sfruttamento sul lavoro;  gli articoli  590 quinquies  e 590-sexies, disciplinano invece il reato di lesioni personali sul lavoro gravi o gravissime e il reato di lesioni gravi e gravissime sul lavoro aggravato dal concorso con lo sfruttamento sul lavoro.
Le misure punitive previste dai nuovi articoli variano a seconda della tipologia di reato e delle aggravanti; si va dalla reclusione da due a sette anni per l’omicidio commesso in violazione delle norme sugli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, fino a pene che posso arrivare, nei casi più gravi, a 18 anni di reclusione. “La precarizzazione selvaggia,  introdotta dal Jobs Act – ha sottolineato Barozzino –  ha isolato i lavoratori e indebolito ulteriormente la loro capacità contrattuale. Con questo ddl vogliamo introdurre un elemento di giustizia nel devastante mosaico che caratterizza la sicurezza negli ambienti di lavoro, mettendo fine alla dilagante impunità ora concessa ai datori di lavoro che non rispettano le leggi”.

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