L’Oms fa un rapporto sulle morti per cadute e spiega i metodi per prevenirle. I paesi a medio e basso reddito sono quelli più colpiti

Le morti per cadute hanno un peso non indifferente nel mondo della sanità pubblica. Si tratterebbe di 645mila morti l’anno, e colpirebbe maggiormente le persone con un’età superiore ai sessant’anni.
Secondo le statistiche dell’Organizzazione mondiale per la salute, l’80 per cento dei casi si verifica nei paesi a basso e medio reddito, mentre i paesi del Pacifico occidentale e del Sud-est asiatico sommano il 60 per cento dei casi.
Dopo quella per incidenti stradali, la morte per cadute è la causa principale di morte accidentale involontaria, dopo le lesioni stradali. Tanto da avere un peso di non poco conto sul bilancio della sanità pubblica.
Ed anche nei casi non fatali, rappresenta una voce di spesa piuttosto corposa. Infatti, sono circa 37,3 milioni ogni anno le cadute che richiedono assistenza. Da queste, secondo un calcolo statistico, derivano 17 milioni di anni di vita con disabilità.
Le cadute portano morbilità soprattutto nei casi che vedono coinvolte persone di un’età maggiore a 65 anni, tra i 15 e i 29 anni e nei bambini in età pari o superiore a 15 anni.
Gli oneri finanziari conseguenti alle cadute sono elevati. Ad esempio, nella Repubblica di Finlandia il costo medio di un paziente, assistito dal sistema sanitario a causa di una lesione da caduta è di 3.611 dollari. In Australia i dollari sono 1.049.
Mentre una nazione che è riuscita a risparmiare su queste prestazioni sanitarie, mirando alla prevenzione, è il Canada. Con una strategia che ha raggiunto l’obiettivo di prevenire le cadute nei bambini di età inferiore a 10 anni, è riuscito ad abbattere i costi del 20 per cento. Pertanto, il Canada, rappresenta un modello da imitare, per far abbassare i costi delle lesioni per cadute.
 
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