L’uomo è deceduto a dicembre 2017 per una lacerazione avvenuta in seguito a una colonscopia. La famiglia si è rivolta a un legale e ora pretende un risarcimento per quanto accaduto.

Un presunto caso di malasanità ha coinvolto un uomo di 68 anni, morto dopo una colonscopia a dicembre 2017.

Il paziente, 68 anni di Appignano (Macerata), aveva subito una lacerazione durante l’esame, cui era seguita una peritonite e due interventi chirurgici, come riporta il Resto del Carlino.

La vicenda

Tutto ha inizio il 2 dicembre scorso, quando il paziente viene ricoverato nel reparto di gastroenterologia. Lì, dopo vari esami, i medici prescrivono una colonscopia.

Ma già il 12 dicembre, quando l’esame viene realizzato, nasce il dubbio che vi sia stata una lacerazione per la presenza di aria fuori dall’intestino.

Alle 14.45 viene subito disposta una Tac, e in seguito a quell’esame si decide di operare subito il pensionato, che era ancora “vigile e collaborante”.

I sanitari che avevano in cura l’uomo, però, cambiano idea e decidono di trasferirlo ad Ancona. Lì, infatti, c’è anche la neurochirurgia.

Il paziente giunge quindi agli Ospedali riuniti di Ancona alle 20. Alle 23 inizia l’intervento per recuperare una situazione che nel frattempo era peggiorata fino al punto da essere definita critica.

Lì i chirurghi si rendono conto della lacerazione e cercano di fare il possibile per salvarlo. All’una e mezza richiudono il paziente che si sveglia in discrete condizioni.

Ma il giorno dopo il 68enne inizia a stare male e viene urgentemente operato per una peritonite, cui segue una insufficienza renale il giorno seguente. Fino a che, il 17, non si arriva al decesso.

I parenti dell’uomo morto dopo una colonscopia, però, vogliono vederci chiaro.

Da subito il figlio legge sulla documentazione della lesione.

A quel punto, decide di rivolgersi all’avvocato Fabrizio Giustozzi, che dispone subito una consulenza medico legale per fare chiarezza.

Una consulenza di cui il chirurgo Paolo Appignanesi e il medico legale e gastroenterologo Marina Bartolucci hanno consegnato le conclusioni proprio qualche giorno fa.

A causare la morte dell’uomo morto dopo una colonscopia pare sia stata proprio una vasta lacerazione nel colon, avvenuta durante l’esame medico.

Pertanto, il figlio ora chiederà un risarcimento all’Asur.

Il paziente, in seguito a un infortunio sul lavoro, aveva battuto la schiena ed era rimasto paraplegico anni prima. Aveva poi avuto un tumore con metastasi ma conduceva una esistenza accettabile. Sebbene le sue condizioni fossero comunque delicate, quanto accaduto non sembra correlato alle patologie di cui soffriva.

Quello che però hanno evidenziato i due consulenti è che un paziente con quel quadro clinico non avrebbe dovuto essere sottoposto a colonscopia.

Inoltre, alla luce delle condizioni dell’uomo, sarebbe stata necessaria una consulenza oncologica e anche una nefrologica.

Ma non è tutto.

Per i consulenti medico-legali una volta scoperta la lacerazione si sarebbe dovuto intervenire immediatamente, senza aspettare. Anche perché l’ospedale di Macerata aveva tutto il necessario per quell’intervento. Un intervento per il quale invece si è atteso troppo causando la peritonite che è stata poi fatale.

 

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