Per i giudici, non ci fu alcuna negligenza da parte degli otto medici assolti per la morte di un 37enne morto per uno shock cardiogeno

Faceva il vivaista a Rauscedo (Pordenone) Andrea Fornasier, l’uomo di 37 anni morto per uno shock cardiogeno nell’estate di quattro anni fa. Un decesso per il quale otto medici erano finiti sotto processo per presunte negligenze.

Adesso, questa difficile vicenda giudiziaria si chiude con una assoluzione molto attesa.

Ma ecco quello che era accaduto.

Nell’agosto di quattro anni fa il vivaista di Rauscedo, Andrea Fornasier, è morto per uno shock cardiogeno in ospedale, a seguito a una serie di lesioni al petto. Per tali lesioni era stata esclusa la responsabilità di terzi.

Per il suo decesso, l’intera équipe di rianimazione e terapia intensiva e una radiologa – in totale otto sanitari – furono indagati per omicidio colposo.

Adesso, il gup Rodolfo Piccin li ha assolti tutti perché il fatto non sussiste. Lo stesso pm Marco Brusegan ha chiesto l’assoluzione per gli otto professionisti.

Quattro anni fa, la Procura ha affidato al consulente Barbara Polo Grillo l’autopsia sul corpo del 37enne.

Dalla relazione medico-legale era emersa l’ipotesi di una negligenza, consistita nell’aver omesso di ricontrollare, con più frequenza, lo stato di salute del paziente.

A quel punto, sulla scorta di questa consulenza, il pm Brusegan ha chiesto il rinvio a giudizio dei medici. Nel 2016 è stata archiviata la posizione di un nono indagato, un medico del pronto soccorso.

Vista la perizia del pm sfavorevole, i difensori degli otto medici assolti, gli avvocati Giorgio Coden (per i sette rianimatori) e Antonio Malattia (per la radiologa), hanno presentato due memorie.

Queste ultime erano corredate da due importanti perizie di parte, firmate dai professori Carlo Mareschi, Ugo da Broi e Lucio Bomben a sostegno dell’équipe di rianimazione e dal professor Gianluca Piccoli per la parte radiologica.

Sulla base degli elaborati peritali, le difese hanno chiesto l’incidente probatorio con perizia medico-legale d’ufficio. È stato proprio questo lo spartiacque del procedimento penale.

L’allora gup Alberto Rossi ha nominato il collegio peritale incaricato di far luce sulla morte del 37enne.

La perizia ha concluso quindi in maniera inequivocabile che non c’è stata alcuna negligenza da parte degli otto imputati, perché il danno che ha provocato la morte del paziente si è verificato in modo improvviso e non diagnosticabile.

È stato quindi appurato che – anche ripetendo gli esami con le tecnologie più avanzate – sarebbe stato impossibile diagnosticare o prevenire l’evento mortale.

Un’ora prima, in ospedale, Fornasier era un paziente stabile: un’ora dopo è deceduto.

Sembra che a provocare la morte sia stata la rottura improvvisa dell’aorta, per un cedimento del vaso non visibile agli apparecchi diagnostici.

I familiari della vittima, difesi dall’avvocato Giovanni Caldera del foro di Venezia, all’esito dell’incidente probatorio hanno revocato la costituzione di parte civile.

 

Sei un medico e sei stato accusato ingiustamente? Scrivi per una consulenza gratuita a redazione@responsabilecivile.it o scrivi un sms, anche vocale, al numero WhatsApp 3927945623

 

Leggi anche:

INSUFFICIENZA DI PROVE, 2 MEDICI ASSOLTI DALL’ACCUSA DI OMICIDIO COLPOSO

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui