Fatale un problema tecnico durante l’applicazione di un bypass aorto-coronarico. I medici avrebbero dovuto controllare l’operato della strumentista

Due chirurghi e un’infermiera sono stati condannati a Trieste per la morte di un paziente di 48 anni. L’uomo era deceduto nell’agosto del 2014 presso l’Ospedale Cattinara durante un intervento per l’applicazione di un bypass aorto-coronarico.
Il Tribunale friulano ha inflitto ai medici rispettivamente due anni e un anno e sei mesi di reclusione. Un anno e otto mesi, invece, la pena prevista per l’assistente. Per tutti la sospensione condizionale e la non menzione.
Secondo la ricostruzione effettuata dal Piccolo, a pesare sul verdetto sarebbe stata la perizia disposta dal gip nella prima fase istruttoria.

Per i consulenti incaricati il paziente rimase vittima di un problema tecnico nella connessione delle cannule di collegamento della macchina cuore-polmoni al sistema circolatorio.

L’intervento in anestesia totale prevedeva l’attivazione del macchinario. Ma una anossia si rivelò fatale, proprio mentre i chirurghi stavano iniziando a incidere il torace.
Alla base della tragedia – come riporta ‘il Piccolo’- vi sarebbe stato un errore da parte dell’infermiera, al suo primo intervento da strumentista in sala operatoria. La donna avrebbe rimosso i markers colorati identificativi del circuito della macchina cuore-polmoni posti sulle estremità dei tubi.
I due cardiochirurghi, a loro volta, non avrebbero verificato adeguatamente l’operato della sanitaria.
Il controllo avrebbe dovuto riguardare non solamente la fase delle operazioni di cannulazione, prima dell’avvio della macchina cuore-polmoni.
I medici avrebbero dovuto vigilare anche quando, in un secondo momento, si manifestarono gravi anomalie conseguenti all’inversione dei flussi ematici arterioso e venoso.
A conclusione del procedimento, i Giudici hanno inoltre disposto una provvisionale a favore della famiglia dell’uomo, costituitasi parte civile. Il risarcimento dovrà essere determinato in giudizio separato.
 
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