Tredici persone sono finite nel mirino della Procura per una indagine condotta dai NAS di Perugia nell’ambito del Servizio sanitario regionale

Associazione per delinquere, concussione, peculato, abuso d’ufficio, falsità ideologica e rivelazione dei segreti d’ufficio. Sono alcuni dei reati contestati a 13 persone al termine di una attività investigativa condotta dai Carabinieri del NAS di Perugia. L’indagine è stata denominata ‘Operazione piramide’.
Nel mirino della Procura sono finiti ex dirigenti e funzionari della Regione Umbria e della Unità Sanitaria Locale. Oltre a loro, anche farmacisti privati e imprenditori.
Tra i destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari figurano nomi illustri quali quello dell’ex capo dell’ufficio autorizzazioni e accreditamento della Sanità regionale.
Indagato anche l’ex vice presidente dell’ordine dei farmacisti della provincia di Perugia.
L’attività investigativa ha preso il via nel 2015, sotto il coordinamento del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale ordinario del capoluogo umbro.

Gli inquirenti, partendo da un controllo sulla spesa sanitaria e il commercio all’ingrosso dei farmaci, sono giunti a scoprire una rete diffusa di illeciti.

Sei degli indagati avrebbero messo in piedi una presunta associazione per delinquere in cui avrebbero gestito il servizio di accreditamento e valutazione qualità della Regione. Il tutto per mezzo di “atti amministrativi illeciti”.
Come specifica una nota diffusa dai militari del Nucleo Anti Sofisticazioni, alcuni operatori sanitari sarebbero stati favoriti a discapito di altri.
Due farmacisti, in particolare, avrebbero ottenuto l’autorizzazione a gestire depositi farmaceutici, pur essendo privi dei requisiti previsti dalla normativa vigente.
Gli indagati, inoltre, avrebbero sistematicamente fatto ricorso a dichiarazioni mendaci per favorire familiari, conoscenti o aggiudicarsi posizioni pubbliche. Incarichi che altrimenti sarebbero stati preclusi per palesi conflitti di interessi.
 
 
 
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