Le due professioniste sono accusate di omicidio colposo per il decesso di  una neonata morta poco dopo il parto. Secondo l’accusa, avrebbero continuato ad operare per giungere ad un parto naturale, anziché procedere con un cesareo

Una ginecologa di 63 anni e un’ostetrica 35enne sono state rinviate a giudizio dal giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Sondrio. Le due professioniste sono accusate di omicidio colposo per il decesso di una neonata morta poco dopo il parto. La notizia è riportata dal quotidiano Il Giorno.
Il fatto risale all’aprile del 2016. Secondo quanto si legge nel capo di imputazione, le dottoresse, di turno presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale del capoluogo valtellinese, “non avrebbero valutato adeguatamente le difficoltà del travaglio e la sofferenza fetale”. Nello specifico, avrebbero continuato “ad operare per giungere ad un parto naturale, anziché procedere con un cesareo. Ciò nonostante il tracciato cardiotocografico, già alle 23.51 “fosse stato qualificato come non rassicurante” e “con il passare del tempo diveniva ancor più patologico, evidenziando una condizione di sofferenza del feto”.

Solo alle 4.16 sarebbe stato allertato il ginecologo di guardia.

Questi sarebbe intervenuto con manovre di emergenza, ricorrendo anche all’utilizzo della ventosa per dare alla luce la bambina. Ma ormai era troppo tardi. La piccola, una volta nata, sarebbe stata sottoposta a manovre rianimatorie e trasferita nel reparto di Terapia intensiva neonatale all’ospedale di Lecco. Poche ore dopo, tuttavia, era sopraggiunto il decesso.
I genitori avevano presentato una denuncia chiedendo che venisse fatta luce su quanto accaduto. La successiva inchiesta aperta dalla Procura ha portato, nelle scorse ore, all’imputazione delle indagate. Il processo, che dovrà accertare le eventuali responsabilità delle operatrici sanitarie, si aprirà il prossimo novembre.
 
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