Nuova astensione degli avvocati penalisti italiani. Ad annunciarlo è l’UCPI, con un comunicato del 30 novembre 2018

La Giunta dell’Unione Camere Penali Italiane con tale documento ha inteso, ancora una volta, farsi portavoce del profondo stato di dissenso e di agitazione, proveniente da tutto il mondo dell’avvocatura, verso l’ultimo emendamento che il Ministero della Giustizia ha voluto inserire all’interno del ddl anticorruzione riguardante l’istituto della prescrizione dei reati con l’indizione di una nuova astensione nazionale indetta nei giorni 17 e 18 dicembre.

Il diritto alla prescrizione dei reati costituisce un principio dai forti connotati garantistici. La previsione della sospensione dopo il giudizio di primo grado – a detta degli avvocati italiani –  ne svuoterebbe il contenuto, senza una comprensibile giustificazione.

Ad essere in gioco non è il rafforzamento delle garanzie del reo a scapito di un indebolimento del ruolo della vittima, né tanto meno il mero perseguimento della brevità dei termini processuali.

Si tratta, piuttosto di dare tutela al diritto alla certezza del diritto e alle garanzie processuali, in alcun modo sacrificabili all’interno di uno Stato di diritto.

Sin da subito, il documento legislativo in questione aveva scatenato l’ira di tutto il mondo giuridico. Un coro unanime di protesta e disaccordo. Anche l’Associazione Nazionale magistrati, seppur “favorevole in astratto ad un intervento sospensivo della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, ne ha sottolineato la improponibilità ed anzi la dannosità se non preceduto da interventi sul codice di rito e di ristrutturazione amministrativa e finanziaria del comparto giustizia, volti a garantire una forte riduzione dei tempi di durata del processo penale”.

Cosicché il mese scorso sono stati indetti quattro giorni di sciopero nazionale. E’ inoltre stata organizzata una manifestazione straordinaria che il 23 novembre 2018 si è tenuta presso il Teatro Manzoni di Roma.

Ma questo non è bastato a fermare il mondo politico.

A seguito di tale mobilitazione, l’Avvocatura, la Magistratura e la Dottrina italiana sono state convocate dinanzi alla Presidenza della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati a conferire sull’emendamento in questione.

Le parole d’ordine: irrazionalità e incostituzionalità. La riforma della prescrizione così concepita, sarebbe contraria a principi costituzionali, quali in primo luogo il diritto alla ragionevole durata del processo sancito all’art. 111 Cost.

Sennonché, nonostante l’iniziale apertura al dialogo e la promessa di posticiparne l’entrata in vigore dopo averne rivisto il contenuto, è giunta la notizia che il giorno 22 dicembre 2018 al Senato verrà discusso l’originario disegno di legge, ivi compreso l’emendamento sulla prescrizione.

La maggioranza parlamentare ha così chiaramente manifestato il proprio intento di procedere all’approvazione del documento legislativo. Ciò comporterebbe l’abolizione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado.

Inaccettabile per i penalisti italiani. E, oltre il danno, la beffa.

L’assenza di dialogo e democraticità della politica su un tema così delicato come quello della giustizia rischia di diventare un grosso boomerang e colpire direttamente il popolo italiano.

È certo infatti che quando si parla di giustizia o di mala-giustizia i primi a pagarne le conseguenze sono proprio i cittadini.

Ed è per questa ragione che l’UCPI ha deciso di proclamare due ulteriori giorni di astensione dalle aule penali, il 17 e 18 dicembre 2018. Mentre il 23 dicembre si terrà una manifestazione nazionale, questa volta nel capoluogo della regione Puglia, Bari.

 

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