… si tratta di linee guida più utili agli specialisti in medicina legale o ai non specialisti?

Perché questa considerazione?

Beh, gli intenditori hanno già compreso quanto si vuole affermare, ma si può certo ritenere che tale nuova pubblicazione servirà molto di più ai medici non specialisti in medicina legale che avranno una maggiore chance di “sopravvivenza” o, meglio, di “permanenza” in una nicchia professionale che continuerà a sprofondare nel “limbo” degli insoddisfatti e dei perdenti lamentosi.

Stimo professionalmente tutti gli autori del trattato ma, in un paese qual è l’Italia dove il legislatore non vuole prendere una specifica posizione sulla figura del medico legale tanto da farlo diventare l’unico attore della valutazione del danno alla persona, mi sembra una mossa a dir poco azzardata che non pochi danni economici farà alla categoria.

E questo perché è fatta davvero bene (sempre perfettibile, ovviamente) e oggi si pone all’apice dell’editoria medico legale (barème), divenendo il punto di riferimento di ogni medico valutatore del danno alla persona.

linee guida

Condivido appieno le considerazioni dello stimato collega Domenici sul fatto che “…una guida, per quanto ben strutturata, non può trasformare in medico legale chi medico legale non è, così come un manuale di cardiologia non può fare di un medico generico un cardiologo”. Ma, nel panorama attuale dove tutti giocano a fare i medici legali anche perché “costretti” dai giudici e dagli avvocati che li nominano, non sembrava necessario spiegare un più intelligente e appropriato modo di fare valutazioni medico legali.

Insomma, anche se sono certo che tale pubblicazione migliorerà molto la qualità degli specialisti in medicina legale, e di ciò i cittadini danneggiati saranno certamente felici, dall’altro la mia bonaria polemica (che non deve essere presa come attacco frontale ai non specialisti con molti dei quali condivido la mia passione medico legale e senza i quali non potrei svolgere parte del mio lavoro) vuole essere una riflessione e una profezia allo stesso tempo:

1) Saranno più soddisfacenti le valutazioni fatte dai non specialisti;
2) Ci saranno, di conseguenza, giudici e avvocati più soddisfatti (perché anche un medico non specialista in medicina legale con sufficienti capacità deduttive potrà fare buone valutazioni);
3) Diminuirà il volume di affari (incarichi) per gli specialisti in medicina legale;
4) Aumenterà la difficoltà dei giovani specialisti a divenire affermati liberi professionisti;
5) Aumenterà il numero degli “schiavi” per gli enti pubblici (questa è detta a mò di “parabola” ma per i più acuti sarà chiara).

Malgrado tutto ciò sono assolutamente convinto che tale pubblicazione (edita da Giuffrè Editore con titolo “Linee Guida per la valutazione medico-legale del danno alla persona in ambito civilistico) sia necessaria per ogni specialista e rappresenta un faticoso lavoro intellettuale che ben qualifica la professione del medico legale.

Dopo la bonaria “polemica” mi permetto di consigliare a tutti i medici legali di acquistare la rivista e leggere con grandissima attenzione la Parte Generale che contiene concetti di assoluta importanza professionale e da soli fanno la differenza tra uno specialista e un non specialista.

Prossimamente mi permetterò (a testa bassa) di fare qualche riflessione su qualche paragrafo della Parte Generale come non mancherò di farlo anche per la Parte Sistematica.

Dr. Carmelo Galipò
(Pres. Accademia della Medicina Legale)

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2 Commenti

  1. Non credo che il presente testo sarà mai letto dal classico CTU improvvisato: al massimo citato nelle proprie relazioni… Solo i veri cultori della materia – intendendo con questa locuzione tanto gli specialisti quanto i non-specialisti che se ne intendono per davvero (che, sebbene pochi in mezzo alla maggioranza, esistono e alcuni di loro sono più preparati degli specialisti) – gli daranno un’occhiata. Cosicché mi pare assai difficile che il livello generale dei consulenti “generici” si alzi, aumentando il grado di soddisfacenza delle loro relazioni agli occhi dei giudici/avvocati.
    Certo è che una CTU fatta male darà più gatte da pelare al CTP che intende porre delle note critiche, se la CTU cita le “mitiche linee guida SIMLA”.

    • Caro Tommaso, non si tratta di far alzare la qualità dei consulenti “generici”, ma dar loro una guida più completa e meno contestabile nelle valutazioni. Tu immagina sempre che i giudici fanno tesoro solo di quello che dicono loro i propri ctu e non di quello dei ctp.

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