In arrivo il nuovo concorso di Medicina e le nuove procedure per l’accesso alle scuole di specializzazione per incrementare qualità e trasparenza

Sono in arrivo importanti novità per i futuri medici: da ottobre entreranno in vigore il nuovo concorso di Medicina e le nuove procedure di accesso alle scuole di specializzazione. A renderlo noto è il Miur con il “Decreto interministeriale recante gli standard, i requisiti e gli indicatori di attività formativa e assistenziale delle Scuole di specializzazione di area sanitaria”, pubblicato e messo a punto di concerto con il ministero della Salute.
Il testo, che ridefinisce i criteri di accreditamento delle Scuole di specializzazione, dà finalmente attuazione a quanto contenuto nel decreto 68/2015 sul riordino delle Scuole di Area medica. E proprio in virtù della definizione di questi nuovi criteri era stato deciso dal Ministero dell’Istruzione, nelle scorse settimane, lo slittamento a ottobre del prossimo concorso per l’accesso alle specializzazioni. “Abbiamo voluto procedere con le nuove regole – ha dichiarato il ministro Valeria Fedeli – per garantire che le nuove specializzande e i nuovi specializzandi siano inseriti in percorsi accreditati secondo criteri di sempre maggiore qualità e trasparenza e affinché la prossima selezione risponda di più alle attese delle nostre laureate e dei nostri laureati. Il nuovo regolamento con le modalità di accesso alle scuole recepirà le osservazioni emerse dagli incontri avuti con le associazioni dei medici in formazione”.
Il nuovo concorso di Medicina sarà più snello e semplificato, e particolare attenzione verrà posta alle questioni logistiche con una minore frammentazione delle sedi d’esame che saranno accorpate per area geografica; quanto alle nuove regole di accreditamento delle strutture sanitarie utilizzabili per la formazione delle specializzande e degli specializzandi, sono previsti parametri più rigorosi.
Con il nuovo concorso di Medicina, inoltre, si punta a dare una risposta alle istanze mosse dalle associazioni delle specializzande e degli specializzandi, dalla Conferenza dei Rettori, dall’Osservatorio per le Scuole di Specializzazione e dal Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari. Anche il nuovo regolamento con le modalità di accesso alle scuole farà tesoro delle osservazioni emerse dagli incontri avuti con le associazioni rappresentative dei medici in formazione.
Le novità decise dal Miur hanno chiaramente reso necessaria una diversa programmazione dei tempi del bando di concorso che, annualmente, è pubblicato entro la fine di aprile. Il nuovo cronoprogramma prevede che le Università carichino i dati necessari per l’accreditamento delle loro Scuole entro la fine del mese di maggio. A seguito dell’accreditamento delle Scuole, tra la fine di luglio e la prima settimana di agosto sarà pubblicato il bando per l’accesso ai corsi. Il nuovo concorso di medicina si terrà poi in ottobre: servono infatti 60 giorni tra l’emanazione del bando e le prove.
Fra le novità principali cui sta lavorando il Ministero per semplificare delle modalità di ammissione alle Scuole, vi è poi la creazione di una graduatoria unica nazionale che sostituisca le 50 distinte graduatorie attuali. Saranno poi introdotti nuovi contenuti per la prova , che sarà unica per tutti i candidati, e vi sarà un minor peso del punteggio per quanto concerne i titoli.
Ma qual è il parere delle Università? La Conferenza dei Rettori delle Università italiane ha promosso con riserva il decreto interministeriale per il riordino delle scuole di specializzazione di area sanitaria, esprimendo alcune perplessità sulle proposte di modifica delle modalità concorsuali per l’ammissione alle scuole di specializzazione. In particolare, la Crui mette in discussione l’introduzione della graduatoria unica e l’attribuzione di un minore valore ai titoli di carriera. Per i rettori, infatti, le novità in questione potrebbero “limitare fortemente l’inclinazione dello specializzando verso la specialità, favorendo fenomeni di trasferimento da una sede ad un’altra, con gravi ripercussioni sulla qualità, sulla durata e sui costi della formazione”.
La Crui ha quindi avanzato delle controproposte al decreto interministeriale, che prevedono che venga concesso un tempo congruo (fino a un massimo di 2 anni) per l’adeguamento delle Scuole di Specializzazione ai livelli minimi di idoneità richiesti dal Decreto, sulla scorta della presentazione di un piano di adeguamento preparato dall’Ateneo; nelle more dell’adeguamento, viene richiesto un accreditamento provvisorio; nelle procedure concorsuali deve essere inserito l’obbligo per il candidato di indicare un numero limitato di opzioni relative alle specialità (fino ad un massimo di tre nella stessa area di scelta).
A queste istanze, la Crui aggiunge che venga inserito il divieto, per il candidato che accede alla scuola di specializzazione, di partecipare al concorso nell’anno immediatamente successivo, ovvero prima di aver maturato l’accesso al terzo anno della scuola alla quale è iscritto; ciò allo scopo di evitare spreco di risorse e discontinuità del processo formativo. Infine, la Crui chiede che la piattaforma tecnologica per l’immissione dei dati predisposta dal MIUR, risulti aperta per almeno un anno, per consentire alle Università di soddisfare le condizioni richieste e produrre i relativi atti formali di impegno di tutti gli enti coinvolti nella formazione e inseriti nella Rete Formativa.
Dal canto suo, il Ministero fa sapere di aver pensato a queste misure affinché gli specializzandi cessino di essere l’eterna “toppa” alle carenze d’organico, ormai strutturali, degli ospedali. A tal fine, il decreto prevede l’obbligo, per lo specializzando, di svolgere almeno il 25% della propria attività fuori dall’Università e raggiungere la soglia del 75% di skills professionalizzanti. Oltre a questo, il decreto rilancia l’adozione di un libretto formativo e sancisce il principio di un accreditamento dinamico della rete formativa, i cui nodi saranno sottoposti a continue verifiche da parte dell’Osservatorio nazionale della formazione medico-specialistica e degli Osservatori regionali.
 
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