Un uomo di 67 anni è morto dopo una operazione rinviata al Vito Fazzi di Lecce. Un medico del reparto di cardiochirurgia risulta ora indagato

Si sospetta che dietro la morte di G.D.C., medico di 67 anni di Copertino, vi sia una operazione rinviata da un medico del reparto di cardiochirurgia del Vito Fazzi di Lecce.

Il sanitario risulta ora indagato dalla Procura di Lecce per la morte del 67enne, avvenuta il 19 aprile del 2017.

Il pubblico ministero Emilio Arnesano, titolare del fascicolo d’indagine, ha fatto notificare un avviso di chiusa inchiesta al medico che dovrà rispondere di omicidio colposo. A difendere il medico indagato, è l’avvocato Luigi Covella.

La vicenda

Tutto ha avuto inizio dopo la denuncia dei parenti della vittima, medico a sua volta, assistiti dal legale Giuseppe Romano. Il 67enne – a ottobre 2016 – si reca a Roma per un’operazione legata all’impianto di una valvola aortica. Rientrato in Puglia, il dottore si sottopone a terapie somministrate presso l’ospedale di Galatina.

Poi, nell’aprile del 2017, le sue condizioni peggiorano concludendosi con il suo decesso.

Nella ricostruzione che ripercorre gli ultimi giorni di vita del medico, il pm scrive quanto segue.

“Per imprudenza, imperizia, negligenza e inosservanza delle regole di condotta sanitaria nonostante fosse consapevole della massima urgenza di un intervento operatorio al cuore di D. C. affetto da pseudo aneurisma della protesi aortica soggetto a rottura immediata, il medico avrebbe ritardato il ricovero dal 14 aprile dello scorso anno (giorno del venerdì santo) al 18 aprile e disposto l’intervento chirurgico operatorio per il giorno successivo in cui si verificò il decesso di D.C. proprio mentre si preparava per l’intervento operatorio”.

L’autopsia sul corpo del paziente – effettuata dal medico legale Roberto Vaglio e dal professore Giovanni Ferlan – parla di morte sopraggiunta per la rottura di uno pseudo-aneurisma a localizzazione sulla protesi vascolare aortica.

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