A Torino messa a punto una nuova tecnica mininvasiva ‘tre in uno’ per ridare mobilità al viso dei pazienti affetti da paralisi del nervo facciale

“Rianimazione mini-invasiva della paralisi totale del nervo facciale”. Questa è la tipologia di operazione grazie alla quale alcuni pazienti sono tornati a “sorridere” anche dopo 20-30 anni di immobilità. Sono pazienti dell’Ambulatorio del Sorriso, ufficializzato nel 2014 all’Ospedale Maria Vittoria di Torino, affetti da paralisi del cronica del nervo facciale. Hanno scelto il Centro multidisciplinare per la cura degli esiti della paralisi del nervo facciale, presente nel Presidio Ospedaliero della ASL Città di Torino. Qui l’Equipe di Chirurgia Plastica, Chirurgia della Mano e Microchirurgia ha messo a punto una nuova tecnica che coniuga tre interventi in uno, con metodica mininvasiva.

La tecnica si avvale di muscoli “donatori”, prelevati da altre zone del viso e del collo che vengono trasferititi e riorientati a “rianimare” le zone paralizzate del volto, e combina l’utilizzo del lifting endoscopico per sollevare le parti cadenti.

Da qui la scelta della denominazione della procedura: “EMTL procedure”, ovvero trasposizione e sollevamento multiplo di muscoli con assistenza endoscopica (Endoscopically assisted Multiple muscle Transposition and Lift).

“Per ridare mobilità a un viso paralizzato da molti anni – spiega il Dott. Marco Borsetti, referente dell’Ambulatorio del Sorriso – abbiamo utilizzato metodiche già ben conosciute dai chirurghi che si occupano di questa patologia, ma con la novità di averle conglobate tutte in unico intervento mini invasivo, con assistenza endoscopica. In caso di paralisi totale del volto, abbiamo trasferito muscoli sani innervati dal nervo trigemino per sopperire alla muscolatura mimica paralizzata: abbiamo utilizzato il muscolo temporale e il muscolo digastrico per rianimare la muscolatura della bocca e dell’occhio, mentre le zone della faccia ptosiche sono state sospese a punti di ancoraggio fissi con la tecnica del lifting endoscopico”.

“I risultati sono ottimali come quelli già descritti in Letteratura per ciascuna delle varie tecniche, ma con il beneficio dell’ottimizzazione in un unico intervento e di una notevole riduzione dell’invasività chirurgica e delle cicatrici residue – conclude il Dott. Giorgio Merlino, Direttore della Chirurgia Plastica, della Mano e Microchirurgia del Maria Vittoria – perché l’accesso chirurgico è minimo, a fronte delle ampie incisioni e dello scollamento dei muscoli prima necessari. I pazienti sono stati dimessi in ottime condizioni e sono tornati a casa in tempi rapidi”.

La metodica, molto versatile e modulabile sulle esigenze del singolo paziente, è già stata annunciata nell’ultimo Congresso Nazionale di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica di Modena ed è in via di pubblicazione sulla rivista scientifica del settore.

 

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