I parenti della donna che ha dato alla luce un bambino prematuro con un parto in ambulanza hanno aggredito il ginecologo che l’aveva visitata

Un parto in ambulanza che si trasforma, in poche ore, nell’ennesimo pretesto per aggredire un medico. È successo ad Avellino, all’ospedale San Giuseppe Moscati.

Ecco cosa è avvenuto.

Secondo quanto riportato nella sua cartella clinica, la signora era stata portata alle 20.20 al pronto soccorso ostetrico del nosocomio. Qui è stata visitata dal ginecologo che, dopo aver effettuato tutti i rilievi e gli esami strumentali seguendo il protocollo, avrebbe consigliato il ricovero.

La giovane lo ha però rifiutato, preferendo tornare a casa.

In serata, però, poco dopo le 23, la donna ha avvertito forti doglie e chiamato il 118. Un’ambulanza è subito giunta sul posto caricando la signora a bordo e dirigendosi al pronto soccorso generale dell’ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino.

Ma non si è fatto in tempo: il parto in ambulanza è stato inevitabile.

Il piccolo è quindi nato prematuro in arresto cardiaco durante il tragitto verso l’ospedale. Decisiva, per salvargli la vita, è stata la manovra praticata da un infermiere. Il neonato è stato poi ricoverato in codice rosso nel reparto di neonatologia dove si trova tuttora sotto osservazione. Le sue condizioni sarebbero delicate ma stabili. La prognosi è riservata.

Ma a quel punto, è iniziata la follia dei parenti.

Questi ultimi, ritenendo il professionista responsabile per quanto accaduto, lo hanno aggredito con violenza. Tutto è iniziato da un alterco tra un familiare del neonato e il medico che aveva precedentemente visitato la madre.

Peccato però che, come ricordato dal ginecologo, la paziente avesse invece firmato il rifiuto del ricovero anche alla luce del fatto che il parto non appariva imminente.

Poi le cose sono andate diversamente, con il parto in ambulanza, la nascita prematura del piccolo e la comprensibile paura dei familiari.

Paura che comunque non può giustificare l’ennesima, vergognosa aggressione ai danni di un medico.

I genitori del piccolo continuano a sostenere che sia stato proprio quanto affermato dal ginecologo a spingerli a lasciare l’ospedale.

In seguito alla aggressione, è stato chiamato il 113. Sul posto sono intervenuti gli agenti dell’ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Avellino.

I poliziotti, coordinati dal vicequestore Elio Iannuzzi, hanno interrogato diverse persone, fra il personale medico e i parenti del bambino, per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. Attualmente, non è stata ancora sporta denuncia né da parte del medico né da parte della famiglia del piccolo nei confronti del personale del Moscati.

Sarà l’indagine della Procura di Avellino a stabilire eventuali responsabilità.

 

 

 

 

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