La presunta vittima avrebbe richiesto un risarcimento danni da 50 mila euro. I fatti contestati risalgono a gennaio 2016, ma il medico si dice innocente

Cinquantamila euro: è questa la richiesta di risarcimento della paziente molestata da un anestesista dopo un delicato intervento. La presunta vittima della molestia sessuale sarebbe una giovane residente nella zona di Cittadella (Padova), mentre il medico è un 77enne, ora rinviato a giudizio.

Il sanitario avrebbe molestato sessualmente la paziente, che si stava risvegliando dopo un’operazione. Questa l’accusa mossa dalla procura vicentina al professionista, che però nega con decisione ogni accusa.

Due giorni fa, il giudice Barbara Maria Trenti, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Jacopo Augusto Corno, ha rinviato a giudizio il sanitario. L’uomo all’epoca dei fatti lavorava presso una clinica del Vicentino.

L’imputato, difeso dagli avvocati Alberto Lorusso e Nicola Matteo Sartore, dovrà adesso presentarsi davanti al collegio intorno ai primi di ottobre per difendersi dall’accusa di violenza sessuale aggravata, nell’ipotesi più lieve delle molestie.

La paziente molestata, intanto, si è costituita parte civile con l’avvocato Marco Tampieri ed ha chiesto un risarcimento dei danni di circa 50 mila euro.

Ma ecco che cosa è accaduto.

I fatti contestati risalgono al 22 gennaio 2016. La giovane donna, di 30 anni, dopo aver dato partorito aveva sofferto di alcuni disturbi.

Per tale ragione, la sua ginecologa le aveva consigliato di sottoporsi ad un intervento chirurgico. Lei aveva scelto per l’intervento una casa di cura nel Vicentino, struttura che risulta estranea a ogni accusa.

L’intervento si era concluso positivamente. In quel periodo l’anestesista lavorava con un contratto di collaborazione presso la casa di cura.

Stimato da colleghi e pazienti, l’uomo non ha mai avuto problemi analoghi. Tuttavia, secondo la denuncia della paziente molestata, mentre si stava risvegliando era stata avvicinata dall’anestesista.

Il medico le aveva infilato un dito in bocca e sussurrato una serie di oscenità. Quindi l’aveva baciata sulle labbra, lasciandola pietrificata.

La donna aveva poi riportato a un infermiere che quel medico “era un po’ strano”. Al fidanzato e ad un’altra infermiera, che aveva incontrato poco dopo, aveva raccontato nel dettaglio tutto l’accaduto.

A quel punto, aveva deciso di sporgere denuncia in procura.

Quest’ultima, all’esito degli accertamenti, ha ritenuto di chiedere il processo pubblico,scelta condivisa anche dalla difesa del professionista, che intende difendersi dalle accuse.

Il medico ha dichiarato che gli episodi contestati “non si sono mai verificati, se non che lei è stata mia paziente per l’intervento del gennaio di due anni fa. Per il resto, non so nemmeno di cosa stiamo parlando, non esistono nè baci nè frasi sconce rivolte ad una giovane”.

 

 

 

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