Lo scorso mese di giugno la Regione Lazio aveva emesso la Circolare regionale – area Politica del Farmaco prot. 261331/gr/11/02 del 18.5.16 avente ad oggetto “elenco strutture regionali autorizzate alla prescrizione del piano terapeutico dei farmaci soggetti a nota aifa 74”.

Di fatto, via Cristoforo Colombo aveva scelto di privare tutti i centri di Procreazione Medicalmente Assistita non ricompresi nella detta circolare, della possibilità di fornire ai propri pazienti piani terapeutici che potessero essere prescritti a carico del SSN.

Una decisione che non aveva mancato di sollevare polemiche. E non solo.

Alcuni centri di PMA, infatti, hanno deciso di presentare ricorso sostenendo, oltre che la assoluta nocività in termini di salute pubblica del detto provvedimento, anche l’assoluta inutilità e mancanza di motivazione dello stesso.

E nei giorni scorsi il ricorso predisposto per conto delle strutture dagli avvocati Gianluca Mari, Vittorio Ceratti e Leo Stilo ha avuto una prima, significativa vittoria al Tar del Lazio.

La Terza sezione del Tribunale Amministrativo Regionale, infatti, con l’ordinanza emessa all’udienza del 14/09/2016 ha disposto la sospensione cautelare della circolare regionale, in attesa di affrontare la questione nel merito il prossimo 4 luglio 2017.

Nonostante giustificazioni e difese prodotte dalla Regione Lazio, il TAR ha in prima udienza deciso positivamente sulla istanza di sospensione avanzata dai ricorrenti (al quale si erano uniti, come cointeressati, altri centri privati), di fatto eliminando gli effetti del documento impugnato e restituendo ai centri ed ai cittadini la dignità che gli spettava, oltre che la libertà di curare ed essere curati.

“Un provvedimento importantissimo – ha spiegato l’Avv. Mari da noi intervistato – voluto e cercato attraverso la redazione di un ricorso difficile e complesso, frutto dell’ottimo lavoro di squadra compiuto con i colleghi Stilo e Ceratti portatori anch’essi di importanti competenze, che, nel rispetto dei più alti valori costituzionali, restituisce ai cittadini il diritto di scegliere il proprio medico, di scegliere la struttura che più si confà ai loro bisogni, di perseguire senza limitazioni economiche il sogno di diventare genitori”.

“L’ordinanza – ha aggiunto – restituisce ai centri ‘esclusi’ la dignità, messa in dubbio dalla Regione, dell’essere strutture autorizzate e in pieno possesso di tutti i requisiti richiesti dalla legge, oltre che di tutti i requisiti di professionalità che li hanno resi, nel tempo, fondamentali presidi di cura e salute per i cittadini. Certo, la assoluta indifferenza della Regione rispetto alle istanze ricevute in fase stragiudiziale e il tempo impiegato ad ottenere questo risultato hanno già lasciato il segno, sia in termini di decremento del numero di prestazioni effettuate dai centri, sia in termini di impoverimento dell’immagine dei centri stessi che si sono trovati costretti a spiegare ai propri pazienti il perché, dall’oggi al domani, avevano perso la possibilità di seguirli nel percorso terapeutico”.

“Da ultimo – ha concluso Mari – mi preme sottolineare che questa vittoria è stata ottenuta solo grazie all’impegno dei 4 centri che, con coraggio e fiducia, hanno scelto di intraprendere questa battaglia legale pur nell’assenza di molti altri attori più o meno istituzionali che hanno preferito non farsi coinvolgere scegliendo la via delle sole parole rispetto alla via dei fatti. Per loro, i nostri clienti, e per tutti i cittadini del Lazio, oggi sono orgoglioso e contento”.

LEGGI QUI L’ORDINANZA DEL TAR

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