Finisce nei guai anche il titolare dello studio, un odontoiatra di Civitavecchia, che consentiva all’odontotecnico lo svolgimento della pratica abusiva

Concorso in esercizio abusivo della professione odontoiatrica. Questo il reato contestato al titolare di uno studio dentistico e a un odontotecnico di Civitavecchia. L’odontoiatra consentiva all’odontotecnico, privo di titoli accademici ed abilitativi, la pratica abusiva di interventi ortodontici sui pazienti, lasciandogli la disponibilità del proprio studio.

I due sono stati denunciati, a conclusione di una serie di approfonditi controlli condotti dai Carabinieri del NAS di Roma; un’attività condotta nell’ambito della strategia di contrasto al fenomeno dell’abusivismo delle professioni sanitarie.

L’Autorità Giudiziaria, inoltre, “ha emesso un decreto di sequestro preventivo nei confronti degli indagati, eseguito dai militari con vincolo giudiziario dell’intero studio dentistico e annessi riuniti”. E’ stata sequestrata anche la documentazione amministrativa che gli stessi Nas hanno giudicato utile alla prosecuzione dell’indagine.

Solo cinque giorni fa, il 15 febbraio, sono entrate in vigore le nuove pene per il reato di esercizio abusivo di una professione, con le aggravanti per quelle sanitarie previsto dalla Legge Lorenzin.

La nuova normativa prevede che, per il finto dentista condannato, la pena sarà di 6 mesi di reclusione elevabile sino a 3 anni, in aggiunta una multa sino a 50.000 euro.

Per i prestanome, invece, la pena è ancor più pesante.  Gli iscritti all’Albo che favoriscono l’illecito, infatti, potranno subire la reclusione da 1 a 5 anni con multe da euro 15.000 sino ad euro 75.000. Il tutto oltre alla sanzione ordinistica dell’interdizione dall’attività da 1 a 3 anni e la pubblicazione della sentenza.

Ma la novità più “pesante” introdotta dalla legge è quella relativa alla confisca “delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato”, che si applicherà “automaticamente” per ogni condanna.

 

 

 

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