Un articolo pubblicato da Repubblica parla di un presunto dossier voluto dal Ministro della Salute sull’orientamento politico di alcuni ex componenti del Css. La replica di Grillo: appunto informale chiesto dopo lo scioglimento della Commissione

Ha suscitato polemiche un articolo pubblicato ieri da Repubblica secondo cui l’allontanamento, lo scorso dicembre, dei 30 membri del Consiglio superiore di sanità sarebbe stata preceduta da un’inchiesta, voluta dall’attuale ministro della Salute, Giulia Grillo, sull’orientamento politico di alcuni dei suoi componenti. Il presunto dossier, secondo il quotidiano, segnalerebbe in particolare sei personalità: l’ex vicepresidente, Adelfio Elio Cardinale, i professori Francesco Bove, Placido Bramanti, Antonio Colombo e Gabriella Fabbrocini e il dottor Giuseppe Segreto.

Il caso ha provocato la reazione delle opposizioni. Trentacinque senatori del Partito Democratico hanno chiesto un’interrogazione urgente alla titolare del dicastero di Lungotevere Ripa.

Grillo, dal suo canto, replica attraverso il proprio profilo Facebook, pubblicando la versione integrale del documento cui fa riferimento Repubblica. Il ministro chiarisce che le informazioni non sono state sollecitate prima di decidere la revoca delle nomine dei membri non di diritto del Css.

Si tratterebbe, invece, di un appunto del tutto informale chiesto in chat ai colleghi parlamentari dopo lo scioglimento della commissione.

“Perché l’ho fatto? Perché a seguito dello scioglimento del Css – spiega Grillo – da più parti, in primis dalle dichiarazioni della ex presidente Siliquini, si chiedeva di agire separando la politica dalla scienza. Semplicemente nel corso di normali interlocuzioni, ho chiesto ai colleghi se avevano notizie di attività politica da parte degli ormai ex membri.

“Non ho mai avviato dossieraggi (e mai lo farò) – prosegue -. Il MoVimento 5 Stelle è per la trasparenza, per cui mi interessava semplicemente capire in vista di nuove nomine, qualche nota di rilievo pubblica di cui non ero a conoscenza. Ho dichiarato che alcuni ex componenti avrebbero potuto essere rinominati, mi interessava avere qualche informazione”.

“Ho agito e agirò sempre per i cittadini in trasparenza per valorizzare il merito nelle nomine e non le appartenenze politiche – sottolinea ancora il Ministro -. Leggo dichiarazioni di fuoco da parte delle opposizioni: è il gioco delle parti. Accusare di epurazione e fascismo, di “allarme per la democrazia”, un ministro che legittimamente si informa sul profilo ripeto pubblico di membri di una commissione è semplicemente assurdo e fuori dalla realtà dei fatti che vi presento per quello che sono”.

Sulla vicenda è intervenuta anche l’ex presidente del CSS, Roberta Siquilini.

“Da cittadina italiana – ha dichiarato all’Ansa – dico che quello che è successo è scandaloso e da scienziata è ancora peggio. Non si è mai visto in un Paese civile che degli scienziati vengano scelti per i loro compiti sulla base dei loro orientamenti politici e di parentele.

Inoltre, prosegue, “il fatto di fare o di aver fatto parte della vita politica del proprio Paese può essere solo una nota di merito che attiene alla responsabilità civile. Per questo dico che tutto ciò è scandaloso”. Questo governo, conclude Siliquini, “sta prendendo decisioni relative agli scienziati non nel rispetto e sulla base delle loro competenze, bensì sulla base dell’orientamento politico”.  Una circostanza che metterebbe dunque “a rischio l’indipendenza della scienza”.

 

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