La sentenza di secondo grado emessa dalla Corte d’Appello ha assolto medici e titolari all’interno del processo per la truffa delle cliniche

È giunto a una conclusione il processo per la truffa delle cliniche a Palermo.
Il procedimento ha portato a quattro assoluzioni e a cinque riduzioni di pena per medici e titolari coinvolti.
Le accuse erano di abuso d’ufficio, truffa e falso per il trasferimento di pazienti dagli ospedali pubblici alle cliniche private.
Tutto era iniziato nel 2015, quando – nel processo per la truffa delle cliniche – la Procura di Palermo aveva chiesto la condanna a quasi 150 anni complessivi di carcere per 16 imputati.
Si trattava dei titolari di tre cliniche private (La Maddalena, la Latteri e la Noto Pasqualino) e di alcuni medici imputati per una truffa da 1,2 milioni di euro al Sistema sanitario nazionale.
Secondo gli inquirenti, il SSN avrebbe rimborsato prima i ricoveri e poi gli accertamenti diagnostici effettuati in strutture collegate alle cliniche.
Pertanto, le cure per i malati oncologici, tra il 2007 e il 2009, sarebbero state pagate due volte, dall’Ausl 6, alle tre cliniche private palermitane coinvolte.

Con la sentenza di secondo grado si è stabilito che la truffa al Sistema Sanitario Nazionale non c’è stata.

E con questa, nemmeno il dirottamento dei pazienti dagli ospedali alle tre cliniche private,
Resta in piedi solo il reato di truffa per i medici e i proprietari delle cliniche relativo all’indennità di esclusività percepita nonostante i medici lavorassero anche nelle cliniche.
Nell’ambito del processo per la truffa delle cliniche alcune accuse erano già cadute in primo grado.
Infatti, corruzione e concussione erano state riqualificate in abuso d’ufficio.
Il risultato fu l’assoluzione dei vertici della clinica La Maddalena e la condanna di quelli della Latteri e della Pasqualino Noto.
La Corte d’appello, presieduta da Salvatore Barresi, ha assolto dal reato di truffa e abuso d’ufficio per il dirottamento dei pazienti “perché il fatto non sussiste” Giuseppe Di Lisi e Vincenzo Scaletta, rispettivamente ex direttore e medico della clinica Latteri.
Assolti anche Rossana Novelli – psicologa della clinica Noto-Pasqualino – e Salvatore Pastore, entrambi dipendenti della clinica Noto, che avevano avuto due anni e due mesi ciascuno.
La seconda sezione della Corte d’appello ha infatti accolto le istanze dei difensori, tra i quali Giovanni Di Benedetto, Ennio Tinaglia ed Enrico Sorgi.
Ridotte le condanne a Maria Rosaria Valerio, Giuseppe Antonio Iannello, Maria Teresa Latteri, Giovanni Gagliardo Di Carpinello e il direttore sanitario Giovanni Sparacia.
Secondo l’accusa, Valerio, oncologa del Policlinico, e Iannello, medico del pronto soccorso di Villa Sofia, avrebbero dirottato pazienti alla Noto e alla Latteri.
Avevano dichiarato, per l’accusa, che nelle strutture pubbliche non c’erano posti.
Gli ospedali si erano dichiarati parte civile, rappresentati dall’avvocato Massimo Motisi.
 
 
 
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