“Un momento di svolta”. Così il governatore della regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha definito la nascita del nuovo centro per la procreazione medicalmente assistita (pma) del Policlinico Umberto I di Roma. Dopo un’importante restyling, il centro raddoppia l’assistenza: “Attualmente assistiamo circa 500 pazienti – ha dichiarato il direttore del centro, Cesare Aragona alla stampa – ma l’obiettivo, a fronte del potenziamento, è arrivare a 1000 casi trattati”. La nuova configurazione del Policlinico è stata inaugurata il 23 luglio scorso da Zingaretti, dal direttore generale della struttura, Domenico Alessio, e dal rettore dell’università La Sapienza, Eugenio Gaudio. Il centro si avvarrà di una sala operatoria con tecnologie all’avanguardia, una sala di preparazione e osservazione post trattamento, un laboratorio di semiologia, un locale per la crioconservazione del materiale biologico, un’ampia sala d’attesa e servizi igienici adeguati.

Di fatto, Zingaretti ha dato il via alla prima rete regionale in fatto di procreazione assistita che comprenderà anche il San Filippo Neri.  “Il policlinico era abbandonato a se stesso – afferma Alessio – ma sono stati messi a disposizione fondi consistenti per la ristrutturazione e le istituzioni hanno agevolato questo tipo di soluzione”.  Una ristrutturazione che per il dg del Policlinico non deve fermarsi solo la nuovo centro: “Dopo la conferenza dei servizi passeremo espletamento delle gare d’appalto altrimenti il Policlinico non vedrà mai una ristrutturazione totale”.

I dati

Per comprendere meglio il tema della procreazione assistita è giusto partire da alcuni dati sull’infertilità. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), l’infertilità di coppia è un problema che colpisce il 15-20% delle coppie. Tradotto in numeri, su scala mondiale sono infertili 50-80 milioni di soggetti. Sono dati importanti quelli che riguardano l’Italia. Nel rapporto prodotto dal Policlinico di Modena si parla di sterilità per 2 coppie su 10 e di problemi di sterilità per circa 300 mila coppie. Circa il 20% delle coppie scopre dopo il matrimonio di avere una ridotta fertilità  e oltre la metà si rivolge a specialisti per risolvere questo problema. In termini di percentuale, l’infertilità maschile e quella femminili vanno di pari passo, attestandosi entrambe al 30%. Stessa percentuale  per l’infertilità idiopatica o inspiegata (30%) e del 10% l’infertilità di coppia. Le cause dell’infertilità femminile possono essere varie. Si parte dalle disfunzioni ormonali della follicogenesi e dell’ovulazione alle patologie della tube, dall’endometriosi alle infezioni pelviche alle malformazioni anatomiche, da problemi immunologici ad anomalie cromosomiche e dallo stile di vita (fumo, droga, alcol). Tra le possibili cause di infertilità maschile, invece, troviamo: infezioni genito-urinarie, varicocele, disfunzioni di produzione e funzionalità degli spermatozoi, malattie virali, anomalie cromosomiche e, ovviamente, lo stile di vita.

Nei prossimi articoli parleremo con i nostri esperti delle nuove linea guida sulla procreazione medicalmente assistita e delle reali possibilità in Italia.

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